Fuori l’Italia dalla NATO e da tutte le guerre
Uno spezzone per il ritiro dell’Italia dalla NATO, contro la partecipazione a missioni di guerra, l’invio di armi e aumento delle spese militari! Palestina libera!
Anche quest’anno Bologna vedrà un corteo cittadino che attraverserà la città il 25 aprile. Una giornata che, al di fuori di dinamiche ritualistiche, si ritrova a dover fare i conti con una escalation impressionante delle dinamiche di guerra.
Quest’anno non possiamo che mettere al centro la solidarietà incondizionata alla Palestina dove, con l’approvazione dell’Occidente, Italia compresa, si sta consumando un vero e proprio genocidio di matrice sionista.
Per questo ribadiamo forte e chiaro che essere antifascisti oggi significa essere antisionisti!
Per questo lottiamo per la rottura di qualsiasi rapporto diplomatico ed economico con lo stato sionista di Israele finché non termineranno le politiche di genocidio, occupazione ed apartheid.
Il conflitto palestinese non è un evento isolato o regionale: pur avendo profonde radici storiche, si iscrive nella destabilizzazione globale e nella nuova tendenza alla guerra.
L’escalation militare, e la grande enfasi mediatica che la circonda, va di pari passo con un peggioramento generale delle condizioni di vita, e anzi lo alimenta.
Si usano fondi pubblici per gli armamenti mentre i salari sono sempre più bassi, il carovita aumenta e lo stato sociale si estingue, con la privatizzazione sempre più pesante della sanità, del sistema di istruzione e dell’edilizia popolare.
I rapporti di discriminazione investono i corpi sociali in tanti aspetti, emblematica è la discriminazione di genere e delle donne, dal posto di lavoro alle molestie impunite!
Altrettanto inaccettabile è il trattamento ai danni dei migranti, dalle stragi impunite che si susseguono nel Mediterraneo alla negazione del diritto alla regolarizzazione, che a sua volta porta ad una maggiore ricattabilità nei settori più sfruttati del lavoro. La mobilitazione di armamenti è inoltre un enorme fattore inquinante, che contribuisce a devastare l’ambiente insieme a grandi opere inutili.
In questo 25 aprile serve raccogliere l’esempio della più sincera tradizione antimilitarista della resistenza, che si è battuta per la pace e la liberazione. Essere partigiani oggi vuol dire opporsi all’invio di armi, opporsi al coinvolgimento del nostro paese in guerra, vuol dire lottare per un immediato cessate il fuoco e per un tavolo di trattativa di pace. Essere partigiani significa prendere parte, significa schierarsi contro il massacro dei popoli e stare al fianco delle nuove forme di resistenza che si oppongono al colonialismo e all’imperialismo.
Siamo chiamati ad un compito storico per la difesa della democrazia e della pace: essere partigiani contro la guerra e a fianco della Palestina.