Contro il governo meloni, reazionario, padronale e guerrafondaio. Per una vera alternativa
ROMA, SABATO 1° GIUGNO PIAZZA VITTORIO ORE 14.30
Comitato Promotore 1 giugno
Il genocidio impunito di Israele in Palestina, le missioni militari nel Mar Rosso, la guerra in Ucraina, i massacri in Congo e Sudan, i golpe in Sahel, le tensioni intorno a Taiwan, sono la manifestazione più evidente della centralità della guerra nella fase storica che ci troviamo a vivere.
L’Italia guidata dal Governo Meloni, con il consenso della finta opposizione euroatlantica, è pienamente a rimorchio di USA e NATO. Non solo è complice del genocidio a Gaza, non solo guida la Missione Aspides contro gli Houthi, ma è uno degli sponsor principali della necessità dell’aumento delle spese militari, in ossequio all’obiettivo del 2% del PIL fissato dalla NATO a cui, secondo Meloni in Italia, Ursula von der Leyen in Europa, bisogna obbedire.
Così, mentre i soldi per armi e guerra ci sono sempre – con somma gioia delle imprese del settore, dalla Leonardo alla Fiocchi, passando per Beretta e RWM – quelli per rispondere ai bisogni delle classi popolari non si trovano mai. Non si vogliono trovare per alzare salari sempre più da fame, per rafforzare una sanità e un’istruzione pubblica perennemente sotto attacco, per garantire un tetto sulla testa a fasce di popolazione sempre più in difficoltà a potersi permettere un affitto. Non si vogliono trovare per una vera transizione ecologica, così che proseguiamo supini alle volontà delle grandi imprese dell’energia, del cemento e della devastazione ambientale. È l’economia di guerra, l’altra faccia socialmente devastante del piano inclinato verso la Terza Guerra Mondiale, ove ci spinge la follia delle classi dirigenti.
Il governo Meloni si appresta a fare riforme istituzionali reazionarie, l’Autonomia Differenziata e il Premierato, che distruggerebbero ciò che resta della Costituzione Antifascista.
Questo governo è il laboratorio europeo di una nuova miscela di liberismo e autoritarismo, la stessa che si sta sperimentando in Argentina con il fascista Milei. Intanto da Bruxelles al più piccolo dei Comuni tutta la classe politica confonde le istituzioni pubbliche per il proprio bancomat privato, come confermato dai continui casi di corruzione e voti di scambio.
Questo governo è ancor più reazionario e militarista, dopo che politiche di austerità, economia di guerra e guerra sono state decise da tutti i governi degli ultimi decenni (di destra, centro, sinistra o tecnici che fossero) e sono a tutt’oggi condivise da gran parte delle forze che compongono il Parlamento italiano e quello europeo. Ogni alternativa a queste politiche è sempre descritta come utopica, sulla base del TINA, “there is no alternative”, di thatcheriana memoria. Ogni qualvolta una alternativa la si prova concretamente a costruire, viene colpita e affondata dal sistema di potere occidentale. Questo è il quadro che ha creato il terreno nel quale l’ultradestra reazionaria continua a crescere e il neofascismo viene riverniciato e legittimato. La principale fonte di legittimazione del Governo Meloni sta a Washington e a Bruxelles, nell’atlantismo, centro dell’imperialismo, nuovo verbo su cui deve giurare chiunque voglia governare. Verbo condiviso da gran parte delle forze politiche.
Se si vuole ribaltare il piano, se si vuole sconfiggere un’ultradestra che combina austerità liberista, autoritarismo dentro e guerra fuori, bisogna affrontare le basi materiali e politiche della sua forza.
Noi vogliamo lottare – con le parole, certo, ma soprattutto con la più ampia e diffusa mobilitazione popolare possibile, contro l’imperialismo, che deve essere sconfitto per il futuro ed il bene dell’umanità.
Occorre costruire un fronte del rifiuto e della lotta contro il sistema di guerra partendo da questi punti cardine:
- Stop al genocidio in Palestina e ad ogni complicità del governo italiano con Israele;
- Basta con la partecipazione dell’Italia alla guerra in Ucraina e all’aumento delle spese militari imposta dalla Nato e dall’Unione Europea; ritiro della missione navale Aspides dal Mar Rosso;
- Stop alle leggi liberiste e dell’austerità promosse da Unione Europea e governi italiani. Per la giustizia sociale e climatica, redistribuzione della ricchezza e un intervento attivo del pubblico nell’economia;
- Fine dello stato di polizia, della repressione e la criminalizzazione del dissenso, dei mangnelli per chi protesta, dell’apartheid contro gli immigrati;
- Fermare la strage continua contro i lavoratori, introdurre il reato di omicidio sul lavoro, smontare il sistema degli appalti, abolire l’Alternanza Scuola Lavoro per gli studenti, fermare la distruzione della scuola e delle università;
- Stop alla “guerra contro i poveri” e agli aumenti delle tariffe. Riaffermare il diritto al reddito, il diritto all’abitare, a salari dignitosi, introdurre il salario minimo a 10 euro l’ora.
- Fermiamo l’imbavagliamento della stampa e l’attacco alle libertà democratiche e al diritto di sciopero. Fermiamo le riforme controcostituzionali sul premierato, l’Autonomia Differenziata tra le regioni e le modifiche autoritarie della Costituzione.
- Stop allo sfruttamento del territorio e alle grandi opere inutili come la TAV o il Ponte sullo Stretto.
- Fermiamo l’attacco al diritto all’aborto, le proposte legislative restrittive sulla Legge 194, contro ogni discriminazione di genere, di classe e di razza.
- Contro la Bossi-Fini e il decreto Cutro e le discriminazioni nei confronti dei lavoratori migranti, per la regolarizzazione di tutti i cittadini stranieri!
Il governo Meloni non è una rottura, ma una radicalizzazione reazionaria di tutta la regressione sociale, civile e democratica, della spinta guerrafondaia, dell’Occidente UE e NATO. Opporsi a questo governo significa anche opporsi a tutte le politiche che hanno fatto sì che l’Italia sia il solo grande Paese della UE dove governano gli eredi diretti dei neofascisti del dopoguerra.
Non è il momento di generiche unità, che alla fine non producono nulla e nemmeno fanno il solletico alle classi dominanti. È, invece, il tempo di una battaglia rigorosa contro la logica della guerra che permea sempre più il capitalismo nella sua fase liberista.
Le forze da unire oggi sono quelle di tutte e tutti coloro che patiscono i colpi del “bipolarismo liberista”, con le sue alternanze nella stessa politica, e che hanno tutto da guadagnare dal rovesciamento di un sistema che ci sta portando all’abisso.
Con questi impegni, facciamo appello a chi non intende arrendersi, o rassegnarsi al meno peggio, per costruire un’ampia mobilitazione contro il governo Meloni, le sue politiche e il blocco di potere che rappresenta.
Gli studenti ovunque in rivolta per la Palestina e contro la guerra, l’ingiustizia e l’ipocrisia occidentali, ci dicono che è giunto il momento di agire. Ci vediamo in questi giorni in tutte le piazze e il 1 giugno a Roma.
BASTA SFRUTTAMENTO FASCISMO & GUERRE
GIU’ LE ARMI SU I SALARI!
CASA E REDDITOTO PER TUTT*!