Rete dei Comunisti – Campania
Alcune centinaia di manifestanti hanno percorso ieri le vie del centro storico di Aversa. Associazioni della comunità palestinese in prima fila e organizzazioni sindacali e politiche della sinistra antagonista (tra queste USB, potere al popolo e RdC) e numerosi solidali della Campania, hanno gridato ripetutamente frasi di solidarietà con la Resistenza del popolo palestinese nel 76esimo anniversario della Nakba, l’anno del primo grande esodo palestinese, della catastrofe provocata dal violento insediamento dello Stato israeliano in terra di Palestina nel 1948.
I manifestanti rivolti alla popolazione aversana hanno denunciato i gravissimi e reiterati crimini che in questi mesi l’esercito sionista d’Israele, sotto il comando della banda reazionaria al governo guidata dal boia Netanyahu, sta commettendo contro la popolazione di Gaza.
La denuncia ha riguardato naturalmente anche l’operato del governo fascista Meloni e la finta opposizione dei partiti che siedono in parlamento che di fatto stanno attuando e appiggiando una economia di guerra. Tutti questi sono complici di Israele perché nulla fanno di concreto per fermare le stragi che vengono consumate in Palestina. Governo e parlamento guerrafondai che sotto la guida della Nato e dell’UE, continuano a foraggiare di armi non solo Israele, ma anche il governo fascista di kiev alimentando così ininterrottamente la guerra contro la Russia che dura ormai da oltre due anni. E tutto questo conducendo contemporaneamente un’altra guerra, quella interna, contro le masse popolari del nostro paese a cui vengono abbassati salari, pensioni e ridotti diritti basilari della salute, educazione, ecc.
Alla fine del percorso del corteo, presso la piazza del municipio di Aversa, è stato fatto un flash mob che ha rappresentato in modo molto efficace quello che avviene quotidianamente nelle località della striscia di Gaza. Stragi di civili di ogni età a causa dei bombardamenti indiscriminati dell’aviazione ordinati dal regime della Stella di Davide.
A partire dal 7 ottobre dello scorso anno sono circa 36 mila i morti, diverse migliaia di dispersi e circa 80 mila feriti. Come non si può chiamare genocidio di un popolo tutto questo?
Il corteo si è sciolto ma con la convinzione di tutti che la lotta per la liberazione della Palestina continuerà, così come continuerà la lotta contro la politica dell’economia di guerra del governo Meloni.
Prossima scadenza di lotta che ci aspetta è la manifestazione nazionale del prossimo primo giugno a Roma, per gridare di nuovo viva la Palestina libera!
Abbassare le armi, alzare i salari!