Francesca Cirillo – Rete dei Comunisti Campania
Oggi 21 Maggio si è svolta a Caserta, presso la sede dell’USB, la prima assemblea territoriale verso la mobilitazione generale che si terrà il 1 Giugno a Roma.
Mobilitazione generale contro questo governo, il governo Meloni, sempre piu’ reazionario, padronale e guerrafondaio. Mobilitazione pensata per costruire una vera alternativa e per opporsi alle sue politiche, alla sua economia di guerra, all’autoritarismo e all’imperialismo occidentale, solidarizzando con forza e apertamente con la resistenza del popolo Palestinese, contro il genocidio perpetrato dallo stato invasore e criminale d’Israele. (Ricordiamo che ad oggi sono piu’ di 30mila i morti palestinesi).
In questa fase storica che ci troviamo a vivere, le manifestazioni piu’ evidenti della centralità della guerra sono il genocidio impunito di Israele in Palestina, le missioni militari nel Mar Rosso, la guerra in Ucraina, i massacri in Congo e Sudan, i golpe in Sahel, le tensioni intorno a Taiwan.
Il Governo Meloni, con il consenso della finta opposizione euroatlantica, pienamente a rimorchio di USA e NATO, non solo è complice del genocidio a Gaza, non solo guida la Missione Aspides contro gli Houthi, ma è uno dei sostenitori principali della necessità dell’aumento delle spese militari, in completa conformità all’obiettivo del 2% del PIL deciso dalla NATO a cui, ci dicono tanto Meloni in Italia che Ursula von der Leyen in Europa, bisogna obbedire.
E’ chiaro che per questo governo i soldi da investire per le spese militari non mancano mai, anzi sono pienamente legittimati a trovarli, con grande gioia delle imprese di settore come la Leonardo, la Fiocchi, la Beretta, mentre quelli per rispondere ai bisogni delle classi popolari non si trovano mai.
Ecco che quindi è un NO deciso all’aumento dei salari, che sempre piu’ affamano i lavoratori e le lavoratrici; è un NO categorico al rafforzare un sistema sanitario che è sempre piu’ scadente, inefficiente, carente – fino a diventare, nelle periferie, completamente assente- ; è un NO al garantire una casa per tutte le fasce di popolazione sempre piu’ impossibilitate al permettersi un affitto. E’ un NO ad una vera transizione ecologica, diventando così sempre piu’ complici della devastazione ambientale.
Siamo a tutti gli effetti in un’economia di guerra! La faccia socialmente devastante del piano inclinato verso la Terza Guerra Mondiale, che è dove ci sta spingendo la follia delle nostre classi dirigenti. D’ altronde le affermazioni del Presidente del Consiglio d’Europa, Charles Michel (Miscel) “Se vogliamo la pace, prepariamoci alla guerra”, che lungi da essere una citazione colta, ci danno, invece, una indicazione precisa su quale deve essere e sarà la direzione di marcia.
A tal proposito, quindi, il governo Meloni, da perfetto esecutore dei diktat dell’imperialismo occidentale, si appresta a fare riforme istituzionali reazionarie, l’Autonomia Differenziata e il Premierato, che distruggerebbero ciò che resta della nostra Costituzione Antifascista.
Tutto ciò attesta questo governo come laboratorio europeo per una nuova amalgama di liberismo e autoritarismo, la stessa che si va a saggiare in Argentina con il fascista Milei.
Il governo Meloni riesce nell’impresa, diremo ardua, di essere ancora piu’ reazionario e militarista di tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi decenni. Ogni alternativa a queste politiche di austerità viene descritta come ‘utopicà, sulla base dello slogan politico della terribile Lady di Ferro “there is no alternative”, secondo cui il capitalismo sarebbe l’unico sistema economico possibile.
Ogni qualvolta, infatti, una alternativa la si prova concretamente a costruire, viene colpita e affondata dal sistema di potere occidentale. Ma la storia ci dice, anche, che a volte non solo ci assolve, ma ci fa vincere! Basti pensare agli esempi che abbiamo in America Latina, come in Venezuela e a Cuba, di cui l’esponente, e uno dei cinque eroi cubani, Labañino Salazar ha appena finito il giro di incontri n Italia, da noi organizzati, nei quali ha raccontato e difeso l’esperienza socialista cubana nonostante la difficile situazione che affronta Cuba da piu’ di 60 anni a causa del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dall’ opprimente governo statunitense.
Ma la realtà italiana è ben diversa, e ciò che vediamo ogni giorno è il quadro generale che ha prodotto terreno fertile in cui si legittima l’ultradestra reazionaria e il neofascismo. E la principale fonte di legittimazione del Governo Meloni risiede a Washington e a Bruxelles, nell’atlantismo, centro dell’imperialismo a cui bisogna giurare fedeltà se si vuol continuare a governare.
Ma noi questo piano vogliamo ribaltarlo! Vogliamo sconfiggere questa ultradestra che unisce austerità liberista, autoritarismo all’interno dei propri confini e guerra fuori, e per far questo abbiamo bisogno di affrontare le basi materiali e politiche della sua forza.
Noi vogliamo lottare contro questa forza, contro queste politiche, contro l’imperialismo che deve essere sconfitto per il futuro e per il bene dell’umanità. Perché sappiamo che un’ alternativa è possibile, perché un altro mondo è possibile e deve esserlo! La nostra lotta avviene sì con le parole, ma anche e soprattutto e principalmente con la piu’ ampia e diffusa mobilitazione popolare, che è ciò che ci auspichiamo per il prossimo 1 Giugno.
E’ importante, inoltre, sottolineare che l’imperialismo non è unicamente ‘aggressività militarè ma messa a profitto delle periferie rispetto al centro. La guerra è solo un aspetto, il più evidente e il punto estremo, di un sitema che strutturalmente è in crisi.
Pensiamo, a questo punto, che sia necessario costruire un fronte del rifiuto e della lotta contro il sistema di guerra, e per questo in piazza porteremo le nostre rivendicazioni:
- Stop al genocidio in Palestina e ad ogni complicità del governo italiano con Israele;
- Basta con la partecipazione dell’Italia alla guerra in Ucraina e all’aumento delle spese militari imposta dalla Nato e dall’Unione Europea; ritiro della missione navale Aspides dal Mar Rosso;
- Stop alle leggi liberiste e dell’austerità promosse da Unione Europea e dai governi italiani.
- Per la giustizia sociale e climatica redistribuzione della ricchezza e un intervento attivo del pubblico nell’economia;
- Fine dello stato di polizia, della repressione e la criminalizzazione del dissenso, dei mangnelli per chi protesta, come abbiamo potuto vedere nel caso degli Studenti di OSA a Pisa e in tante altre città, dell’apartheid contro gli immigrati;
- Fermare la strage continua contro i lavoratori, introdurre il reato di omicidio sul lavoro, come stiamo facendo con la legge d’iniziativa popolare (LIP), smontare il sistema degli appalti, abolire l’Alternanza Scuola Lavoro per gli studenti, fermare la distruzione della scuola e delle università;
- Stop alla “guerra contro i poveri” e agli aumenti delle tariffe. Riaffermare il diritto al reddito, il diritto all’abitare, a salari dignitosi, introdurre il salario minimo a 10 euro l’ora, come stiamo portando avanti con l’altra LIP che abbiamo promosso.
- Fermiamo l’imbavagliamento della stampa e l’attacco alle libertà democratiche e al diritto di sciopero, senza farsi spaventare dai ricatti di Salvini seguendo l’esempio dell’Unione Sindacale di Base (USB).
- Fermiamo le riforme controcostituzionali sul premierato, l’Autonomia Differenziata tra le regioni (ricordiamo la manifestazione a Napoli del 16 marzo) e le modifiche autoritarie della Costituzione.
- Stop allo sfruttamento del territorio e alle grandi opere inutili come la TAV o il Ponte sullo Stretto.
- Fermiamo l’attacco al diritto all’aborto, le proposte legislative restrittive sulla Legge 194, contro ogni discriminazione di genere, di classe e di razza. Su questo stiamo lavorando già da tempo su un piano di mobilitazione popolare, esempio ne è il movimento ‘Donne de Borgadà di Roma, e su degli interventi territoriali anche qui a Napoli che sono nati a partire dalla spinta dell’8 marzo.
- Contro la Bossi-Fini e il decreto Cutro e le discriminazioni nei confronti dei lavoratori migranti, per la regolarizzazione di tutti i cittadini stranieri!
Il governo Meloni è in netta opposizione alle nostre rivendicazioni, in quanto espressione della radicalizzazione reazionaria dell’Occidente. L’Italia è il solo grande paese europeo governato da neofascisti, anche se purtroppo siamo in buona compagnia, e noi da comunisti sappiamo che per le classi dominanti in crisi la soluzione fascista è la migliore, se non la sola possibile, per superare una crisi sistemica. è opportuno evidenziare, che al netto della violenza e della brutalità che questi governi esprimono, i fascisti sono i servitori piu’ funzionali del capitalismo in crisi.
Detto ciò, se siamo d’accordo su questo, saremo sicuramente d’accordo che oggi non è il momento di generiche unità, che oltre a non funzionare in fase elettorale, non scalfiscono minimamente gli equilibri di potere. È, invece, il tempo di una battaglia rigorosa contro la logica della guerra che permea sempre più il capitalismo nella sua fase liberista. E questo che ci si trovi in tempo di elezioni europee oppure no.
Facciamo, dunque, appello a tutte e tutti coloro che patiscono gli attacchi di questo ‘bipolarismo liberistà, ma che non intendano arrendersi o rassegnarsi alla logica del meno peggio, per costruire un’ampia mobilitazione contro il governo Meloni, contro le sue politiche e il blocco di potere che rappresenta.
La narrazione dominante ci vuole come una società immobile e passiva, ma non è così!
Dagli studenti ai lavoratori, niente è fermo!
E non potrebbe essere diversamente, perché nonostante ci sia ancora qualcuno che non vuole ancora rendersene conto, la fase storica è cambiata.
Questa opposizione c’è eccome, e gli studenti ovunque in rivolta per la Palestina e contro la guerra, l’ingiustizia e l’ipocrisia occidentali, ci dicono che è giunto il momento di agire!
Il 1 Giugno è , infatti, un passaggio importante di questa azione che stiamo portando avanti!