Presidio di fronte alla 46° brigata aerotrasportata dell’esercito italiano.
Rete dei Comunisti – Cambiare Rotta, Organizzazione giovanile comunista
Mentre il Presidente della Repubblica Mattarella all’altare della patria parlava delle forze armate italiane come portatrici di pace, eravamo di fronte ad un aeroporto militare dal quale ogni giorno partono armi e munizioni ad alimentare il conflitto ucraino e dove ogni anno i piloti israeliani si addestrano e trasmettono conoscenze ai piloti italiani, dopo aver fatto esperienza sulla pelle di migliaia di palestinesi, come sta avvenendo da oltre un anno a Gaza e ora anche in Libano.
Una base aerea, quella della 46°, che si inserisce in un territorio occupato da un complesso sistema di insediamenti militari italiani e stranieri, a partire dalla base USA di camp Darby, al quale si aggiungerà, nelle intenzioni dei governi e degli amministratori locali di ambo le coalizioni, un altro complesso militare che ospiterà i Gruppi di Intervento Speciale (GIS) dei carabinieri, a Pisa e a Pontedera.
La nostra presenza di fronte ad un avamposto di questo sistema di guerra ed aggressione contro popoli e Stati a noi vicini – pensato anche per controllare e reprimere le presenti e future lotte che si svilupperanno sui nostri territori – e’ stato un momento di lotta contro il piano inclinato che sta portando il mondo verso scenari bellici senza precedenti nella storia dell’umanità.
Il governo Meloni e tutte le false opposizioni sono parte integrante di quel blocco di potere incarnato nell’Unione Europea, polo imperialista sempre più militarizzato e bellicista, che taglia enormi risorse allo Stato sociale, ai salari e alle pensioni per rafforzare il proprio sistema militare industriale, unico che produce dividendi a fronte di una economia civile in costante arretramento e recessione.
La guerra come soluzione alla crisi del capitalismo ritorna ad essere la ricetta dell’euroatlantismo e della sua alleanza militare, la NATO, che pretende da tutti i suoi componenti di portare la spesa militare al 2% del PIL. Il governo Meloni, con il sostegno del PD, sta raggiungendo il traguardo.
Spetta a noi organizzare la resistenza contro queste politiche di morte, organizzando e mettendo in rete l’opposizione politica e sociale. La prossima scadenza che indichiamo in questo percorso di ricomposizione delle forze antimperialiste, comuniste, pacifiste e sinceramente democratiche e’ quella del 9 novembre a Roma, dove si svolgerà l’assemblea nazionale “Fermiamo il genocidio e l’escalation in Medio Oriente – con la Resistenza palestinese” che si svolgerà al cinema l’Aquila alle h. 14, verso la manifestazione nazionale del 30 novembre.
Rete dei Comunisti – Cambiare Rotta, Organizzazione giovanile comunista
sede di Pisa