Rete dei comunisti – Torino
Ieri neofascisti torinesi hanno affisso uno striscione al Polo del ‘900 contro lo storico Eric Gobetti che oggi 6 Febbraio terrà lì una conferenza. Come Rete dei Comunisti esprimiamo solidarietà a Eric Gobetti per questo ennesimo attacco vigliacco.
Non è la prima volta che lo storico viene minacciato né è la prima volta che i nostalgici in città si mobilitano per la ricorrenza dell’ormai istituzionale “giorno del ricordo”. Questo atto non è perciò una tantum ma si colloca su un crescendo dello spazio lasciato ai fascisti dalle istituzioni: in città è di pochi giorni fa il blitz con vetri rotti e casalinghi stickers di svastiche al circolo antifascista Ost Barriera. Ma gruppetti di individui nostalgici come Avanguardia, responsabili dello striscione, non sono molto lontani dai da loro disprezzati burocrati dell’Unione Europea che ai fascisti d’oggi danno copertura ideologica: ricordiamo l’infame equiparazione del 2019 tra nazismo e comunismo. Un’operazione di falsificazione storica grossolana almeno quanto quella tentata sulle foibe contro lo storico di professione Gobetti.
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Stessa operazione di revisionismo storico e di lettura nazionalista e reazionaria della storia è stata fatta recentemente dal governo Meloni con il ripristino della Giornata dell’Unità Nazionale delle forze armate, ma anche nei governi precedenti i nostalgici fascisti hanno trovato interlocutori come dimostra il decretato “giorno del ricordo” risalente al 2004.
Come sì è visto fare dalla propaganda mediatica all’inizio del genocidio in Palestina, si riducono i processi storici a singoli istanti, senza interrogarsi sulle cause che li hanno generati o le conseguenze che sono seguite. Soprattutto con la retorica degli opposti estremismi, si nascondono i soggetti di classe che hanno mosso quella storia, in questo caso in Italia e in Jugoslavia.
Si demonizzano esperienze di transizione come quest’ultima verso una società improntata sugli interessi delle classi popolari.
È senza una vera comprensione della storia che si cade nell'”eterno presente” tanto caro a chi vuole che lo status quo non cambi di nuovo.
Alla narrazione reazionaria serve sostituire i soggetti di classe con soggetti di mero carattere nazionale, ma non è il “povero popolo italiano” ad essere finito nelle foibe (e questo lo sa anche chi quello striscione lo ha affisso e ogni anno si mobilita il giorno delle Foibe) ma i nazifascisti, che non sono e non saranno mai martiri né vittime.
Se l’estrema destra nei quartieri si sente libera di agire mentre il dissenso viene silenziato a forza col DDL 1660, se i vertici della società condividono e promuovono la loro interpretazione reazionaria e falsa della realtà, serve mettere in campo una doppia controffensiva: teorica e pratica, riprendendo in mano la storia per stare dalla parte giusta.
CREDITS
Immagine in evidenza: Resistenza
Autore: Amodiovalerio Verde, 25 aprile 2006
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