Per rivendicare la libertà di lotta e di organizzazione.
Venerdì 14 febbraio ore 18:00
Associazione “Ottobre” via Santa Croce n. 222 – S.Nicola La Strada (Caserta)
Presentazione dell’opuscolo di denuncia del disegno di legge 1660: “Chi ha paura di chi?”
intervengono:
- Armando Cerulli, Rete dei Comunisti
- Sara Femiano, Caserta Decide
- Biagio Borretti, Avvocato Penalista
- Mimmo Pascarella, Pci
Sono invitati attiviste e attivisti, associazioni indipendenti, e movimenti di lotta
Organizzano: Partito Comunista Italiano – Rete dei Comunisti
Dall’Introduzione all’opuscolo “Chi ha paura di chi. Una riflessione sul nuovo DDL Sicurezza 1660”
Il disegno di legge 1660, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”, ha recentemente destato profonde preoccupazioni nel dibattito pubblico, in quanto da un lato rappresenta un grave pericolo per la nostra libertà di parola, manifestazione e dissenso, e dall’altro mette in discussione molti degli stessi principi fondamentali della Costituzione repubblicana, su cui l’ordinamento giuridico italiano si basa.
Queste disposizioni configurano nel nostro paese un vero e proprio stato di polizia, sia per i privilegi e le coperture che offre a chi indossa una divisa, sia perché lega l’introduzione dei nuovi reati direttamente al disagio sociale ed infine perché aumenta le pene per diverse forme di protesta legate proprio a quest’ultimo.
Un attacco di tal genere viene messo in pratica tramite la classica tecnica legislativa confusa, generica e ambigua, ad esempio per il riferimento al fine tanto indeterminato di garantire“l’ordine e la sicurezza pubblici”, che lascia ampio spazio al legislatore per giustificare ogni passaggio repressivo a suo arbitrio e piacimento. In un contesto di crisi economica galoppante, già a livelli gravi dal periodo post-pandemia e che oggi va peggiorando, e anche di tendenza al coinvolgimento bellico nei diversi scenari del Medioriente e dell’Ucraina su pressione della NATO, le classi dirigenti non sono capaci di rispondere alle contraddizioni odierne, e quindi ricorrono alla repressione per far tacere qualsiasi afflato di dissenso contro la guerra e la crisi.
Il testo del DDL prevede più di 20 innesti in materia penale, tra nuovi reati, circostanze aggravanti e l’estensione dei limiti edittali di pene già esistenti, attaccando precise e stigmatizzate categorie sociali: immigrati, detenuti nelle carceri e nei CPR, rom e sinti, ecovandali, manifestanti, occupanti della lotta per la casa, senzatetto, attivisti sociali e tutti i classici soggetti “non conformi”, cioè coloro che non si adeguano al modello di città-vetrina e “decoro urbano”. Si dimostra come, anziché destinare investimenti pubblici al sostegno delle categorie sociali più deboli, il Governo Meloni scelga semplicemente di reprimerle, isolarle ed espellerle dalle città.
