No alla NATO, NO al riarmo U.E.
- Verso IL CROLLO DELL’ILLUSIONE EUROATLANTICA, confronto pubblico – Sabato 29/03 Roma
- Verso LA FORTEZZA EUROPA E LA GUERRA AI MIGRANTI, iniziativa – Martedì 25/03 h. 20.30 @ost.barriera
Rete dei Comunisti – Torino
Nella notte tra il 23 e il 24 marzo 1999, la NATO dette inizio ai bombardamenti aerei sulla Jugoslavia con l’operazione “Allied Force”, sterminando centinaia di civili con raid che durarono per ben 78 giorni.
L’attacco da parte dell’alleanza alla Jugoslavia vedeva convergere, dietro le ipocrite narrazioni sulle presunta superiorità della “democrazia occidentale”, gli interessi di due blocchi: la superpotenza statunitense e la nascente Unione Europea, che tutto avevano da guadagnarci dalla spartizione dei mercati dell’Est e nella “balcanizzazione” della Jugoslavia.
Alla fine degli anni novanta la Nato rivelava con maggior chiarezza tutti i suoi intendi bellicisti e guerrafondai, diventava sempre più chiaro come l’alleanza militare fosse fondata sulla difesa degli interessi di un Occidente in ascesa, e i vari interventi criminali in Africa e Medio Oriente ne sono stati l’ulteriore conferma.
Ad oggi rimangono gli stessi tamburi di guerra battuti dagli stessi attori, ma che sempre di più palesano interessi imperialistici divaricanti.
Il programma di riarmo europeo è lì a dimostrarlo, così come lo scontro tra Trump e Zelensky.
Siamo di fronte ad un cambio di passo e di assetti a livello globale che mostra tutta la sostanza reazionaria dell’Unione Europea, la quale si è formata anche attraverso la dissoluzione del campo socialista nell’est-Europa negli anni 90, e che ci sta trascinando nuovamente verso la guerra.
E’ evidente chi pagherà le conseguenze di questi nuovi venti di guerra: gli 800 miliardi di euro di debito pubblico a detrimento della spesa sociale della Von der Leyen ce lo dimostrano chiaramente.
Un polo imperialista in costruzione, quello dell’ UE, che non è riformabile, e che oggi così come allora ci mostra tutto il suo carattere guerrafondaio.
Come comunisti, oggi come 26 anni fa, continuiamo ad essere Partigiani contro la guerra, schierandoci e organizzandoci contro il riarmo e contro l’Unione Europea esportatrice di guerra e nemica delle classi popolari.