I primi anni della Repubblica Afghana, la Grande Rivoluzione d’Aprile e l’intervento sovietico (1974 – 1979)
8 gennaio 1974
Nell’appello ai leader del “Parcham” – d’ora in poi P – Karmal Babrak e “Khalq” – d’ora in poi K – Nur Mohammed Taraki – le due correnti del Partito Democratico del Popolo Afghano (PDPA) – attraverso i canali del KGB si esprime la preoccupazione sulle spaccature che possono agevolare solo i nemici interni ed esterni della Repubblica, e si suggerisce di dare «il più grande aiuto al regime repubblicano e rafforzare la sua base sociale».
2 giugno 1974
In un messaggio all’ambasciatore sovietico si esprime la soddisfazione sovietica per la prima visita estera del Presidente M.Daud in URSS che ha incontrato i massimi dirigenti sovietici, e affrontato un largo numero di questioni bilaterali. Viene raggiunto un accordo che incrementerà l’espansione e lo sviluppo dell’economia nazionale, della prosperità e della cultura.
1978
I dirigenti sovietici sono pronti a ricevere H. Amin a Mosca.
Apprezzano il tenore delle dichiarazioni, e fanno le seguenti esternazioni: «è importante questo lavoro per assicurare il principio della leadership collettiva, la proibizione delle violazioni delle norme della vita di Partito, e lo sviluppo delle istituzioni democratiche diventino lo standard dell’attività quotidiana del partito della Repubblica Democratica dell’Afghanistan (RDA) e dei corpi governativi. Vorremmo specialmente porre l’accento sulla necessità di cessare l’ingiustificata repressione di massa che non può finire che indebolire il causa della Rivoluzione d’Aprile».
31 maggio 1978
Messaggio di Alexander Mikhaylovic Puzanov, ambasciatore sovietico in Afghanistan dal 1972 al 1979 al Ministro degli Esteri sovietico. Daud è espressione dei latifondisti e della destra nazionalista incapace di portare avanti una politica di riforme, in particolare in campo agrario. Ha provocato la disaffezione popolare, si è avvicinato ai reazionari, supportati dai “regimi islamici reazionari” e dall’ “Imperialismo americano”, ha rafforzato un regime di potere personale.
Aumento delle contraddizioni tra Daud e la sua base d’appoggio, e delle masse lavoratrici rappresentate dal PDPA.
Il governo Taraki (9 maggio 1978) si basa sul programma del 1966 del Partito Democratico del Popolo Afghano: “la liquidazione dell’influenza del neocolonialismo e dell’imperialismo”.
22 aprile 1978
In un colloquio, l’ambasciatore sovietico e Taraki: “Afghanistan, seguendo il marxismo leninismo, spianerà il terreno per la costruzione del socialismo e apparterà al campo socialista”, ma è necessario condurre questa linea “con attenzione” e dei veri obiettivi del PDPA informerà il popolo “più tardi”.
La sua politica estera è orientata al movimento dei Non-Allineati, ma darà la sua priorità alla cooperazione con l’URSS.
L’Occidente è stato colto di sorpresa dalla defenestrazione di Daud.
Dalle informazioni sulle indicazioni date alle ambasciate USA e occidentali trapela che bisogna: “cercare ogni mezzo per rimanere in Afghanistan, incluse le promesse di fornire assistenza economica”.
Creare le pre-condizioni per “una transizione dell’Afghanistan verso la via socialista dello sviluppo.”
Attenzione al consenso popolare.
Allo stesso tempo la “reazione interna”, sebbene non possa optare per una opposizione frontale sta attivando “sforzi sotterranei” (propaganda, il lancio di armi, e gruppi eversivi).
La frizione tra le frazioni il Khalq e il Parcham stanno avendo un influenza negativa.
L’oggetto del contendere è la distribuzione delle cariche governative.
K (specialmente nell’esercito) si lamentano dei posti dirigenziali affidati al P. P, B. Karmal, RC agli ufficiali militari.
24 maggio 1978
Il Comitato Centrale del PDPA ha preso la decisione di eliminare i nome di K e P e di affermare l’unità del PDPA.
Gli afghani hanno domandato all’URSS di spedire “un folto gruppo di consiglieri ed esperti” per lavorare negli apparati di stato, e anche per aiutare alla messa in campo insieme di un piano quinquennale.
La situazione va verso la stabilizzazione e l’eliminazione della reazione interna.
I motivi di preoccupazioni sono le persistenti frizioni all’interno della leadership
18 giugno 1978
Arrivo dei consulenti sovietici a Kabul il 27 luglio.
Ambasciatore, Taraki, V.I.Kharazoz e B.Karmal
Karmal si lamenta per l’isolamento e la situazione vessatoria di T.
Discussione accesa e presto interrotta.
11 luglio 1978
Delegazione dell’Accademia delle Scienze dell’URSS. M.S.Asimov (Tagiko). Accademia delle Scienze dell’Afghanistan in formazione.
Scambio e progetti tra i due enti.
18 luglio 1978
Conversazione tra ambasciatore e T. sulla necessità di una effettiva difesa aereo-spaziale. Accordo per la fornitura di armi, verrà discussa dal capo delegazione General-Maggiore V.E.Kuznetsov.
Relazione dell’incontro tra il DSS USA David Newsom e Taraki.
Atteggiamento provocatorio del funzionario statunitense.
12 settembre 1978
B.Karmal informa della cessazione della sua attività diplomatica in Cecoslovacchia, desiderio di rimanere nel Paese e di non tornare e di chiedere “asilo politico” lì e non andare in Occidente.
12 settembre 1978
Discussione tra K. e Novikov sul futuro di K. che teme di essere arrestato e soggetto ad esecuzione. Report registrato conversazione tra Ministro degli Esteri dell’ URSS Dusan Spacil e l’ambasciatore Novikov.
28 settembre 1978
M.Stefanak, K. rimane in Cecoslovacchia per un trattamento medico appropriato
13 ottobre 1978
Informazione a E.Honecker del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS).
Incontro CC del PCUS e PDPA e DRA 25-27 settembre.
Lo scopo principale dell’incontro è fermare la repressione di massa che ha avuto proporzioni crescenti dopo la rivoluzione, inclusa la repressione contro la fazione “Parcham”, che ha preso parte nella deposizione del regime dispotico.
I leader afghani hanno accusato i membri del P di attività anti-governative.
La leadership insiste sulla necessità di incrementare i risultati della rivoluzione.
Sulla politica estera: non hanno intenzione di rinunciare alle reazioni con l’Occidente, sebbene capiscano che le loro offerte non sono disinteressate e sono consci dell’uso di metodi “soft” per influenzarli.
Condannano la dirigenza maoista cinese, vicina ai nemici del comunismo. Riferisce che hanno purgato i ranghi del Partito e dell’esercito dagli elementi maoisti.
17 ottobre 1978
Informazione alla leadership ungherese.
Come nell’altro report vengono tra l’altro riportate le parole di Taraki: «Non avevamo fiducia nel Parcham anche prima della rivoluzione. L’unione con loro era un puro fatto formale».
9 novembre 1978
CC PCUS al Partito Comunista Cecoslovacco
Necessità di cessare le attività di Karmal tra i P. residenti all’estero e necessità di parlargli.
15 novembre 1978
Decreto del CC CPSU per invitare a cessare l’attività contro l’attuale leadership afghana, considerato il quadro mutato di cessazione di repressione nei confronti del P in patria
4 dicembre 1978
Informativa sulla visita di T. in URSS (4-7 dicembre) come capo delegazione.
Due incontri di alto profilo a Mosca con Brezhnev, Kossygin, Gromiko, Ponamarev.
Più 22 incontri.
Firma di un trattato di amicizia e cooperazione.
Taraki informa delle attività anti-afghane in Pakistan. I dirigenti sovietici suggeriscono di non prendere misure contro i gruppi etnici che sono soggetti all’attività pachistana (Pashtun e Baluchi).
Incremento delle forniture.
Creare un collegamento tra le due Reti Energetiche.
Rinnovo e ricostruzione delle raffinerie.
7 gennaio 1979
Consiglio dei Ministri sovietici del 20 nov 1978
Specialisti militari sovietici a spese sovietiche.
Forniture militari date al 25% del costo con prestiti di 10 anni al 2% di interessi.
Più mezzi di trasporti, aerei, elicotteri.
17 marzo 1979
Ritiro dei passaporti diplomatici ad un serie membri di personale diplomatico afghano e rifiuto di VISA.
18 marzo, 1979
K.U. Chernenko: “se facciamo entrare truppe e reprimiamo la popolazione afgana allora saremo accusati sicuramente di aggressione”
18 marzo, 1979
Decisioni del CC del PCUS sull’Afghanistan, ingerenze straniere e comunicati indirizzati all’Iran e al Pachistan
18 marzo, 1979
Conversazione telefonica tra Taraki e Alexi N.Kosygin
Situazione di infiltrazione iraniana ad Herat definita “molto negativa” (“4000 mila vestiti in abiti civili”). Il 17simo fanteria è nelle loro mani, inclusa l’artiglieria e la difesa aerea. Munizioni e depositi nelle loro mani, ponte aereo da Kandahar verso i lealisti, circa 500. Inviati rinforzi da Kabul. Tradimento di massa degli ufficiali, i lealisti non hanno un supporto dalla popolazione locale influenzata dagli slogan sciiti. T dice che la città cadrà nelle mani degli insorti, e non sa che ha le forze a sufficienza per riprenderne il possesso.
K: ”Quali sono le vostre proposte su questo problema?”
T: ”Vi chiediamo di estendere la vostra assistenza tecnica e pratica, incluse persone e armi”
K: ”è un problema molto complesso”
T dipinge uno scenario di progressiva avanzate verso Kabul degli insorti e il ritorno degli afghani ora in Iran ed in Pakistan, con anche un ruolo attivo del Pakistan “contro di noi”. T. afferma: “se lanciate un attacco decisivo ad Herat, sarà possibile salvare la rivoluzione”.
Kosygin esclude l’ipotesi perché il mondo intero ne verrebbe a conoscenza. K. chiede dell’azione di Iran, Pakistan e Stati Uniti.
Se Herat cade, il Pakistan farà lo stesso dell’Iran, gli Stati Uniti lo stanno sostenendo. K insiste su un aiuto di mezzi chiedendo se gli ufficiali addestrati potrebbero usarli, ma T non si fida di loro per le loro convinzioni islamiche. K. comunica gli aiuti, aerei elicotteri, 100 mila tonnellate di grano e aumento del prezzo pagato per il gas afghano. T. chiede di inviare soldati sovietici di nazionalità tagika, turcomanna e uzbeka vestiti da civili. K. invita alla creazione di nuove unità dell’esercito “è impossibile contare solo sulla forza dei numeri che vengono da fuori” e gli ricorda l’esperienza dell’Iran che ha cacciato gli americani. K. dice che si consulteranno.
T. “spediteci veicoli e autisti che parlino le nostre lingue”
20 marzo, 1979
Conversazione Taraki e Brezhnev
Situazione ad Herat
Importanza ribadita da B. sull’unità del Partito e l’allargamento della base di consenso, e la creazione di un Fronte contro i reazionari interni ed esterni. Importanza della mobilitazione nelle campagne e della stabilità dei quadri dell’esercito. Dosaggio della repressione. Importanza della stabilizzazione di Herat. B. afferma che il lavoro fatto dal clero reazionario nell’area sembra essere maggiore di quello fatto dal governo.
B. dice esplicitamente che dopo una attenta valutazione della situazione hanno deciso di non impiegare forze militari sovietiche in Afghanistan ma che daranno il necessario supporto politico e avvertimenti risoluti a Iran e Pakistan.
Passa in rassegna l’aiuto militare sovietico che può essere aumentato (dai 500 consiglieri tra generali e ufficiali a 150-200 ufficiali in più).
Richiama la situazione anomala di apertura dei confini con Iran e Pakistan.
B.: “Voglio soffermarmi ancora una volta che nella situazione attuale il fattore più importante sarà l’abilità di portare porzioni sempre più grandi della popolazione dal vostro lato attraverso mezzi economici e politici”.
T. ricorda il basso livello di sviluppo economico e politico, la necessità di prendere comunque provvedimenti repressivi. Impossibile chiudere i confini, visti i rapporti stretti tra le popolazioni tra le due parti (Pashtun e Baluchi)
20 marzo 1979
Incontro a Mosca tra Kosygin, Gromyko, Ustionov, Ponomarev e Taraki
Rapporto strutturale e non contingente tra le due nazioni, continuità dell’assistenza
“Non possiamo permettere che la situazione sembri come se voi siate incapaci di trattare i vostri problemi e invitiate truppe straniere ad assistervi. Voglio usare l’esempio del Vietnam”, conflitto sino-vietnamita condotto senza l’ausilio di truppe esterne.
Esempio del rapido coinvolgimento di fronte di Herat, ripresa dai paracadutisti con l’ausilio dei carristi.
“Il dispiegamento delle nostre forze nel territorio dell’Afghanistan farebbe immediatamente rivoltare la comunità internazionale e causerebbe conseguenze pesantemente sfavorevoli conseguenze. Questo, in effetti, sarebbe un conflitto non solo con i paesi imperialisti, ma anche un conflitto con la vostra stessa popolazione. I nostri comuni nemici stanno solo aspettando il momento in cui le forze sovietiche appaiano in Afghanistan. Questo gli darebbe la scusa per dispiegare sul territorio afghano formazioni militari a voi ostili”.
Taraki si mostra d’accordo, ricorda le 102 manifestazioni contro Khomeini dopo il suo intervento radio di denuncia della situazione ad Herat.
Ricorda l’azione dei reazionari, tra l’altro la propaganda pakistana contro la liberazione della donna in Afghanistan.
Ricorda le paure americane dopo il trattato afghano-sovietico: “Hanno compreso che l’Afghanistan è stato perso dall’Occidente”.
Riferimento all’articolo pubblicato sulla “Pravda” sull’ingerenze estere in Afghanistan.
(…)
Accresciuta assistenza militare (tra cui elicotteri MI-24), di specialisti e di formazione (400 ufficiali afghani sono in addestramento in URSS)
T. chiede una stazione radio più potente, che i sovietici prendono in considerazione senza dargli una risposta, ricordando che stanno praticamente facendo da ponte radio a lui anche in direzione dei paesi confinanti.
Il Politburo ribadisce che si sta forzando di impedire un aggressione dall’esterno e che se così fosse cambierebbe l’assistenza che verrebbe fornita dall’URSS.
22 marzo 1979
Conversazione ambasciatore URSS Afghanistan A.M.Puzanov e Taraki
Aggiornamento sui colloqui intercorsi in URSS di cui T. riferisce e gli aiuti sovietici
22 marzo 1979
Trascrizione della sessione del Politburo del CC sull’Afghanistan, 16 membri tra cui Gorbachev, presieduto da Brezhnev
B. ribadisce i temi della comunicazione a Mosca con T. tra cui il lavoro tra le masse e l’uso parsimonioso dello strumento repressivo, e la contrarietà rispetto al dispiegamento di truppe nel paese.
Viene ripresa la questione del trasmettitore radio da 1000 kilowatts da spostare da Bushanbe all’Afghanistan e sulla stabilizzazione di Herat.
28 marzo 1979
Comunicazione sovietica alla leadership ungherese sulla situazioni in Afghanistan
Descrizione della situazione, si notino alcune affermazioni: “Il PDPA non è ancora divenuto un partito di massa ed è stato indebolito da conflitti interni per un lungo periodo” (…) “La forza controrivoluzionaria più attiva è la Fratellanza Mussulmana, i cui quartieri generali sono in Pakistan ed ha un ampio supporto del governo pakistano”.
Pakistan, Iran, Cina (attraverso Shoalee Javid, NdC) sono citati per le loro ingerenze.
Attenzione dei media sovietici nel denunciare le manovre di destabilizzazione in Afghanistan.
1 aprile
memo sul Protocollo #149 del Politburo: “la nostra politica futura riguardo alla situazione in Afghanistan”
Si ribadisce l’analisi fatta nei documenti e nelle comunicazioni precedenti. Si dice esplicitamente: “i servizi segreti occidentali, in particolari americani e cinesi, sono coinvolti nell’organizzazione della lotta contro il governo all’interno del paese. Si sono avvantaggiati del fatto che i confini afghani con il Pakistan e l’Iran sono praticamente aperti. Non solo gruppi terroristici e sovversivi, ma anche ampie bande armate sono mandate attraverso i confini”.
“l’esperienza politica insufficiente” si è evidenziata con le vicende legate ad Herat, con la richiesta di truppe sovietiche senza calcolarne le “conseguenze politiche”
Si ribadisce la correttezza della decisione nel non inviare truppe, “questa politica dovrà continuare oltre perché la possibilità di nuove ribellioni contro il governo non può essere esclusa”.
- Si ribadisce l’importanza dell’aiuto all’esercito ed ai corpi di sicurezza, inclusa la guardia di frontiera
- l’importanza dell’assistenza economica
- l’importanza della riforme in particolare quella agraria, ponendo particolare attenzione al lato politico ed ideologico della riforma: “Per esempio, i contadini dovranno essere convinti che stanno ricevendo la terra solo a causa della rivoluzione e la perderebbero se non dovessero proteggere l’autorità rivoluzionaria. Spiegazioni simili devono essere fatte nei casi delle altre riforme socio-economiche”
- importanza l’unità del Partito e delle decisioni collettive, e del lavoro dei quadri
- “continuare a porre all’attenzione della leadership afghana la necessità di continuare un lavoro appropriato tra il clero mussulmano del paese con il fine di frazionarlo e ridurre l’influenza dei leader islamici reazionari sul popolo. L’influenza può essere diminuita incoraggiando la libertà religiosa e dimostrando che il nuovo potere non vuole attuare alcuna persecuzione del clero in quanto classe, ma punisce solo coloro che agiscono contro il sistema rivoluzionario”
- necessità di agire secondo legge ed un uso più proporzionato della repressione.
- necessità di incontri a tutti i livelli più regolari
- necessità del lavoro diplomatico sui paesi confinanti
- aiuto nel lavoro di propaganda, in particolare radiofonico “dovuto all’alta percentuale che gioca l’analfabetismo” Importanza della spiegazione dei progressi nelle repubbliche sovietiche centro-asiatiche, in particolare mostrando la falsità delle accuse sulla repressione religiosa.
- informare costantemente gli altri paesi socialisti sul supporto all’ Afghanistan, “orientandoli a fornire supporto materiale e politico simile al paese”
A.Gromyko
Y. Andropov
14 aprile 1979
Rapporto del capo del gruppo di consiglieri militari sovietici in Afghanistan. Luogotenente Generale L.N.Gorelov con H.Amin.
Fornitura di 15/20 elicotteri da combattimento
21 aprile 1979
Protocollo #150 della sessione del Politburo del CC del PCUS
Al capo dei consiglieri militari a Kabul
Ricezione richiesta della fornitura di elicotteri, ricordare a Amin la precedente fornitura di 25 elicotteri militari.
“Convincere H. Amin che gli attuali elicotteri da combattimento con equipaggi afghani sono capaci, con la suddivisione di forze terrestri e aerei da combattimento, di risolvere i problemi di soppressione delle azioni contro-rivoluzionarie”
24 maggio 1979
Protocollo #152/149 del CC del PCUS, e istruzioni all’ambasciatore sovietico in Afghanistan
1, 2 (richiesta di consegna di 1500 automobili), 3 Decisione presa dai leader sovietici di inviare gratuitamente in Afghanistan per il periodo 1979-1981: “beni speciali del valore di 53 milioni di rubli, inclusi 140 mortai, 90 mezzi corazzati, 48 mila mitragliatrici, 1000 lanciatori di granate circa, 680 bombe aeree, medicine e materiale medico del valore di 50 mila rubli. In termini immediata assistenza nel maggio di quest’anno 100 carri armati e 160 razzi”.
Viene detto di nuovamente che non è opportuno l’invio di truppe sovietiche per ragioni di politica interna ed estera.
9 giugno 1979
Registrazione conversazione Ambasciatore sovietico e Taraki
Viene riportata la disponibilità del presidente pachistano per un incontro con il suo omologo afghano per chiarire eventuali motivi di tensione.
Puzanov propone lo scambio tra un sostegno afghano al Pakistan per la sua entrata nel Movimento dei Non-Allineati, ed un accordo scritto “sul divieto sui profughi afghani di intraprendere attività politica e la fine della propaganda tra le tribù Pashtun e la fine dell’invio di gruppi armati in Pakistan”.
13 giugno 1979
Memo sull’incontro del 30 giugno tra i ministro dell’educazione sovietico V. P. Eliutin e con Taraki per dettagliare i risultati dello scambio educativo tra l’Afghanistan e l’URSS, e sottolineare le nuove possibilità di mandare studenti universitari afghani a studiare in URSS.
28 giugno 1979
Istruzione all’Ambasciatore a Kabul con l’appello del Politburo del CC del PCUS al CC PDPA
Necessità del lavoro di massa per neutralizzare l’influenza degli elementi reazionari,
- della leadership collettiva,
- della creazione del governo locale “la questione di organizzare corpi governativi locali all’interno di un paese multietnico come l’Afghanistan è specialmente di grande importanza”, cinghia di trasmissione delle decisioni centrali alla testa del quale deve sedere qualcuno della stessa etnia o tribù maggioritaria nella regione. Importante che si abbia la percezione che il governo non si mostri solo con il suo profilo militare.
- “allargare la base sociale del nuovo regime” e non abusare della repressione
- allargamento delle fila del Partito ad un maggior numero di figure patriottiche
- rafforzamento dell’esercito. “uno dei principali compiti con il fine di assicurare la difesa della rivoluzione”
- lavoro di demistificazione della propaganda reazionaria islamica e maggiore coinvolgimento degli ulema a fianco della rivoluzione e “convincendo larghe masse di mussulmani che le riforme socio-economiche portate avanti dal PDPA e dal potere popolare, di cui il bisogno è espresso dall’Islam, non solo non contraddice ma non contraddirà i credo religiosi dell’Islam”.
29 giugno 1979
risultati dell’incontro del Politburo del CC PCUS
10 luglio 1979
Conversazione ambasciatore sovietico e Taraki
Negoziati con il Pakistan, e necessità di continuarli, e di fare la stessa cosa con l’Iran. Soddisfazione di Taraki per l’arrivo alla base sovietica di Bagram dei specialisti sovietici
19 luglio 1979
Relazione dell’Ambasciatore sovietico a Mosca sulla reiterata richiesta di truppe e del mantenimento della posizione di parte sovietica
21 luglio 1979
Conversazione tra ambasciatore sovietico e H.Amin
Alla richiesta della fornitura di personale da combattimento risposta negativa.
Amin si lamenta che non ha l’autorità di condurre gli affari militari, e che Taraki sta concentrando tutti i poteri nelle sue mani, non può monitorare l’esecuzione dei comandi. P. suggerisce la creazione di un gruppo di 5-6 persone come avvenuto nella Grande Guerra Patriottica che salvaguardi l’autorità di Taraki.
11 agosto 1979
Conversazione Gorelov e Amin
Richiesta dell’arrivo di sotto-unità sovietiche. A. prevedendo le possibili obiezioni sovietiche afferma: “le vostre truppe non parteciperebbero ai combattimenti. Sarebbero impiegate solo nei momenti che fossero critici per noi.”
25 agosto 1979
Rapporto del Ministro della Difesa sovietico Gen. Ivan Pavlovskii, durante la visita in Afghanistan:
Nuova richiesta di Amin di inviare truppe sovietiche a Kabul a cui viene risposto dal generale sovietico: “la fornitura delle nostre truppe potrebbe portare alla complicazione della situazione politico-militare e al rafforzamento dell’assistenza americana ai ribelli”.
13 settembre 1979
Decisioni POLITBURO del CC del PCUS sull’Afghanistan
Importanza di un incontro congiunto tra Taraki e Amin per evitare spaccature. Non possiamo arrestare Amin con le nostre forze: “sarebbe una interferenza diretta negli affari Afghani e comporterebbe conseguenze difficilmente prevedibili”
15 settembre 1979
Cable di Gromyko ai rappresentanti sovietici a Kabul
- non rifiutarsi di parlare con Amin e con la parte che guida, usare tutti i mezzi affinché non scateni la violenza nei confronti di coloro che non sono di suo gradimento, ed usare tutti i contatti possibili per comprendere le sue intenzioni personali e politiche
- “Rimanere ai propri posti” sia per quanto concerne il non essere coinvolti direttamente nell’offensiva contro il nemico sia nella repressione
15 settembre 1979
Decisione del CC del PCUS
Amin ha utilizzato l’assenza di Taraki in visita a Cuba per preparare il terreno per una sua defenestrazione. Al suo ritorno Amin chiede la destituzione e la punizione di 4 ministri e responsabili vicini a Taraki con la scusa che stessero ordendo una “cospirazione imperialista”. Data l’indecisione di Taraki nell’agire di conseguenza nonostante avesse coscienza di ciò che stesse accadendo: “tutte le leve del potere reale sono nelle mani di Amin. Controlla la leadership delle forze armate, gli organi di sicurezza dello Stato, e quelli degli Affari interni”.
A. ha isolato T.
Vengono ripresi i temi al centro del cable di Gromiko.
Ridurre la fornitura di armi all’essenziale, dare notizie scheletriche dell’evoluzione della situazione sulla stampa.
16 settembre 1979
Informazione del CC del CPSU a E.Honecker
Informazione sulle dinamiche della dirigenza afghana ed i tentativi sovietici di tutelare l’unità del Partito. “la situazione continua ad essere particolarmente tesa, e attualmente è difficile dire quale direzione prenderanno gli eventi.”
17 settembre 1979
Telegramma dall’ambasciata della DDR a E.H.
Ritiro di Taraki dalla sua doppia funzione di Segretario Generale del PDPA e Presidente del Consiglio rivoluzionario, ufficialmente per ragioni di età e di salute. Funerali di Stato per i quattro alti funzionari di Stato vicini ad Amin uccisi venerdì.
Non si hanno informazioni sul luogo anche dei tre ministri e del capo della sicurezza deposto, così come non si conosce dove sia Taraki. Ci sono voci sull’arresto e l’uccisione dell’ex ministro delle poste e dei telegrafi.
20 settembre 1979
Trascrizione incontro CC del PCUS
La velocità degli eventi afghani non ha permesso di avere un ruolo:“ora la nostra missione è determinare le nostre azioni future, per preservare le nostre posizioni in Afghanistan e assicurare la nostra influenza lì”.
Brezhnev afferma “Dobbiamo considerare che le relazioni afghano-sovietiche non subiranno alcuna forma di sostanziale cambiamento, e, sembra, continueranno seguendo il corso pregresso”
27 settembre 1979
Incontro tra Gromyko e Ministro degli esteri afghano Shah-Valih a New York sull’apparente assenza di una politica statunitense nei confronti dell’Afghnnistan
“Apparentemente non sono giunti ad una conclusione definitiva”
1 ottobre 1979
Informativa dal CC del PCUS a E.Honecker
Nonostante le raccomandazioni sovietiche ad entrambi le fazioni in lotta: “nessun parte ha preso misure appropriate per installare nuovamente l’unità”. Amin, vista l’incapacità di Taraki di prendere una decisione conseguente, lo ha congedato dal governo, rimpiazzato i capi amministrativi della sicurezza e degli organi della sicurezza interna, e iniziato a purgare le alte sfere dell’esercito.
Nonostante l’atteggiamento criticabile di Amin (brama di potere, atteggiamento risoluto nei confronti degli ex colleghi e tendenza a prendere decisioni solo a livello individuale) “dobbiamo trattare con la nuova leadership in Afghanistan”.
Considerate le dichiarazioni di Amin, il personale di cui si circonda e la situazione oggettiva il corso delle relazioni non cambierà.
“L’Afghanistan continuerà come prima ad essere interessato a ricevere supporto economico ed altre tipologia di aiuti materiali dall’Unione Sovietica e dagli altri paesi socialisti”.
“Sappiamo che il lavoro che deve essere fatto con Amin, e questo lavoro sarà sostanziale, sarà piuttosto difficile e delicato”.
Andrà avanti il lavoro di influenza locale, in particolare per prevenire la repressione nei confronti di Taraki e la sua cerchia “e in generale per prevenire vari eccessi da parte di Amin”
4 ottobre 1979
Trascrizione incontro tra Brezhnev e Honecker a Berlino Est
Valutazione della situazione iraniana (repressione interna e assunzione di un orientamento anti-imperialista, necessità di una forma di collaborazione).
“L’imperialismo cerca di riguadagnare influenza nella regione. Noi cerchiamo di contrastare i suoi effetti. Stiamo pazientemente lavorando con l’attuale leadership afghana e portarli a sviluppare una cooperazione sulla base di equi e reciproci benefici”.
Situazione afghana (aiuti sovietici, confronti con i reazionari sostenuti dall’esterno, tentativo sovietico di stabilizzare la situazione della leadership afghana).
Giudizio negativo sui metodi ed azioni di Amin, ma positivo sulla politica che intende condurre.
“Continueremo a supportare l’Afghanistan e a fornirgli sostegno e aiuto nella sua battaglia contro l’aggressione straniere e la contro-rivoluzione domestica”
10 ottobre 1979
Informazione KGB al CC PCUS Dipartimento Internazionale sulla politica della Neo-nata Repubblica Islamica dell’Iran
Informativa del KGB su di un incontro ai massimi livelli con il fine di studiare i problemi della sicurezza dell’Iran, in riferimento in particolare a USA e URSS.
Il rafforzamento della Repubblica islamica tra l’altro “indebolirà la posizione del regime in Afghanistan” e “porrà un freno nel percorso di penetrazione del Comunismo nella regione”.
La leadership iraniana crede che l’URSS non cesserà la sua battaglia ideologica in Iran ed i suoi “sforzi di mettere al potere un governo di sinistra” e realizzare azioni di provocazione attraverso le minoranze nazionali, ecc.
“L’Afghanistan non è nelle condizioni di intraprendere azioni militari contro l’Iran. In ogni caso, i conflitti lungo i confini non sono da escludere. Inoltre, l’Afghanistan ha bisogno dell’assistenza economica dall’Iran, che potrebbe ammorbidire la sua posizione”.
3 novembre 1979
Registrazione della conversazione tra l’ambasciatore Puzanov e Amin
Generale soddisfazione dei rapporti reciproci: “l’ambasciatore sovietico riferisce a sua volta dell’accordo della leadership sovietica di inviare uno specialista sovietico a Herat per collocare l’installazione di perforazione”
5 novembre 1979
Rapporto del Ministro della Difesa Sovietico Ustinov al CC del PCUS sulla Missione in Afghanistan del Deputato alla Difesa Ministro dell’Esercito Generale I. G. Pavlovskii
Visita dal 17/22 ottobre sullo stato generale dell’Esercito afghano, l’organizzazione ed i metodi per condurre operazioni di combattimento contro i ribelli, e preparare ulteriori raccomandazioni.
P. ha spedito le raccomandazioni ad Amin.
L’assistenza sovietica ha fatto mutare le modalità afghane: “invece di continuare a fare affidamento ad una difesa passiva e a lanciare operazioni con piccole unità contro i ribelli, sono stati capaci di lanciare operazioni coordinate e attive con raggruppamenti più larghi. Questo gli ha permesso di guadagnare l’iniziativa nel combattimento e distruggere le forze più pericolose della controrivoluzione nella provincia di Paktia, Ghazni, Parvan, Bamian, altre aree”
Lavoro politico tra le truppe.
Regole militari codificate non applicate.
Lavoro politico tra l’esercito non svolto.
Conversazione tra P. e H.Amin, M.Yakub, M.Ekbal, in cui ringraziano per l’aiuto e le raccomandazioni. Tra l’altro Amin esprime la speranza che consiglieri militari sovietici vengano inviati ad ogni singolo battaglione delle Forze Armate Afghane.
29 novembre 1979
Rapporto situazione in Afghanistan di Gromyko, Andropov, Ustinov e Ponomarev al CC del PCUS
In seguito agli avvenimenti del 13-16 settembre con la presa del potere Amin e l’eliminazione fisica di Taraki: “La situazione rimane estremamente complicata”.
Continua la purga di vari elementi a vari livelli e di vari ambiti (Stato, Partito, Esercito) che Amin vede come reali o potenziali nemici.
Introduzione di membri fedeli a lui nel CC PDPA (tra cui suoi partenti)e – secondo informazioni sovietiche – possibile esecuzione dei membri del Politburo (Zeray, Misak, Panjshiri)
“Queste azioni prese da Amin hanno portato ad un ulteriore aggravamento della divisione all’interno del PDPA, la liquidazione del nucleo genuino nel Partito, e all’indebolimento della sua influenza nella vita politica e sociale del paese. Stanno persino distraendo i leader del paese dal risolvere il problema urgente di costruire una nuova società e dalla battaglia contro la contro-rivoluzione interna”.
Critiche all’approccio di dialogo di tipo compromissorio con le tribù ostili e l’opposizione mussulmana reazionaria.
Vengono definiti “sospettosi”.
Segni di una politica più “bilanciata” nei confronti dell’Occidente: “è risaputo in particolare che i rappresentanti degli USA, sulla base dei contatti con gli afghani, stanno arrivando alla conclusione circa la possibilità di un cambiamento nella linea politica dell’Afghanistan nella direzione desiderata da Washington”
Le relazioni di Amin nei confronti dell’URSS si classificano per la sua “non sincerità” e “doppiezza”.
“Amin potrebbe cambiare l’orientamento politico del regime”
Amin non può fare a meno dell’aiuto sovietico.
- Continuare a lavorare con Amin, dando l’impressione di nutrire per lui fiducia
- Dare un riscontro positivo di un incontro con lui in URSS, senza dare una data specifica
- Porre a lui l’attenzione della leadership collettiva e dell’inammissibilità della repressione ingiustificata
- Continuare a monitorare attraverso le istituzioni sovietiche in Afghnaistan. “In conversazione con le persone ben disposte con l’Unione Sovietica e preoccupate del destino della Rivoluzione d’Aprile, non dare l’impressione che approviamo qualsiasi cosa di quello che sta accadendo ora in Afghanistan e non escludere queste persone” e proibire ogni critica aperta per non dare ad Amin il pretesto per accusarci di interferenza negli affari interni.
- Limitare i rifornimenti di armi al minimo e limitarsi alla fornitura di armi leggere “non è consigliabile creare un eccesso di riserve di armi pesanti e munizioni in Afghanistan”
- Le sotto-unità sovietiche in loco “(centri di comunicazione, battaglione paracadutisti, fixed-wing e squadre di trasporto per elicottero)” e le unità dio sicurezza distaccate devono continuare a svolgere il loro lavoro
- “Nell’area della cooperazione economica dobbiamo realizzare gli obblighi presi dagli accordi firmati”. Le richieste di forniture ulteriori dovranno essere esaminate attentamente, “non permettendogli di creare riserve strategiche alle nostre spese”
- Continuare il lavoro di consulenza militare ma analizzare con attenzione eventuali ulteriori richieste di personale
- Mantenere le consultazioni sulla politica estera “In casi di necessità e nella forma appropriata mettere nelle condizioni di far saper ad Amin della nostra disapprovazione della sua azione nei confronti dell’Occidente. Continuare a contrastare l’interferenza di paesi terzi negli affari interni”.
- Sugli organi di informazione sovietici dovranno essere riportati solo aspetti fattuali di ciò che avviene in Afghanistan, descrivendo favorevolmente solo le misure del governo afghano che approfondiscono la cooperazione afghano-sovietica, consolidano gli avanzamenti della Rivoluzione d’Aprile, e lo sviluppo della DRS lungo il cammino delle riforme progressiste socio-economiche
- L’ambasciata, il KGB, Ministro della Difesa ed il Dipartimento Internazionale del CC CSPU devono fare una analisi delle politiche di Amin nei confronti di chi da un aiuto positivo alla causa afghana, il clero mussulmano reazionario, i leader tribali, e i legami della politica estera dell’Afghanistan con l’Occidente in particolare con gli USA. “Sulla scorta di fatti verificabili che portino le prove di un cambiamento di H.Amin in direzione anti-sovietica, introdurre proposte supplementari delle misure da parte nostra”
1 dicembre 1979
Memorandum personale di Andropov a Brezhnev
- “Dopo il colpo e l’uccisione di Taraki in Settembre di quest’anno, la situazione in Afghanistan ha iniziato a prendere una piega indesiderata”. Informazioni su attività segrete di Amin, di cui siamo all’oscuro, che potrebbero portare ad un “possibile cambio politico in direzione dell’Occidente”. Promesse ai leader tribali di un distacco dall’URSS e di una possibile adozione di una “politica di neutralità”, incontri in cui sono stati fatti attacchi alla politica sovietica e “all’attività dei nostri specialisti”. Pericoli per la rivoluzione “minaccia alla nostra posizione in Afghanistan”
- Contattati dagli esponenti afghani all’estero – Babrak Karmal e Asadullah Sarwari, hanno “lavorato ad un piano per opporsi ad Amin e creare un nuovo Partito e organi di stato. Amin ha proceduto ad arresti di massa preventivi e all’uccisione di 300 persone”. “In queste condizioni, Babrak e Sarwari, senza cambiare i loro piani di opposizione, hanno posto la domanda di un possibile supporto, nel caso di necessità, anche militare” Abbiamo due battaglioni a Kabul e “c’è la capacità di dare questo supporto. Sembra che sia del tutto sufficiente per una operazione di successo”. Avere comunque un gruppo che stazioni vicino ai confini. “La realizzazione di questa operazione ci darebbe la possibilità di decidere la questione della difesa delle acquisizioni della Rivoluzione d’Aprile, stabilire principi leninisti nel Partito e nella dirigenza statale dell’Afghnistan, e garantire le nostri posizioni nel Paese”
Dicembre (giorno non specificato) 1979
Alexander Lyakhovskiy sulla decisione del CC del PCUS decisione di inviare truppe in Afghanistan
8 dicembre 1979
Incontro del Politburo ristretto nell’ufficio privato di Brezhnev (Y.Andropov, A.Gromyko, M.Suslov, D. Ustinov)
Discussione sull’invio di truppe sovietiche in Afghanistan.
Andropov e Ustinov citano le seguenti ragioni: “gli sforzi presi dalla Cia degli USA (il funzionario di stanza ad Ankara – Paul Henze), per la creazione di “un nuovo Grande Impero Ottomano”, che dovrebbe includere le repubbliche meridionali dell’URSS; l’assenza di un sistema di difesa aereo affidabile nel Sud, così che in caso di installazione di missili americani del tipo dei “Pershing” in Afghanistan, potrebbero minacciare molti obiettivi vitali sovietici, incluso il centro spaziale di Baikonur; il pericolo dei depositi d’uranio afghani possano essere utilizzati dal Pakistan e dall’Iraq per costruire armi atomiche; la costituzione di regimi di opposizione nelle aree settentrionali dell’Afghanistan e l’annessione della regione da parte del Pakistan, ecc.”
- ”Far rimuovere H.Amin per opera di agenti speciali del KGB, e mettere al suo posto Babrak Karmal”
- inviare un certo numero di truppe sovietiche sul territorio dell’Afghanistan allo stesso scopo.
Il 10 dicembre Il Ministro della Difesa F.Ustinov ha sottoposto la decisine preliminare dell’invio di truppe in Afghanistan al Generale in Capo N.V. Ogarkov e gli ha “ordinato di preparare approssimativamente dai 75 mila-80 mila persone”.
O. si è detto sorpreso e contrariato della decisione ed ha dichiarato che quel numero di truppe non sono sufficienti per stabilizzare il paese, e poi chiamato da B. nel suo ufficio privato alla presenza del Politburo ristretto. Ha spiegato la sua contrarietà al progetto.
Alla fine dell’incontro hanno convenuto che non sarebbe stata presa una decisione finale sull’immediata assistenza militare ma, in ogni caso, “le truppe avrebbero dovuto iniziare i preparativi”.
Nel pomeriggio D.Ustinov ha incontrato il collegio del Ministro della Difesa e informato il circolo ufficiali ristretto “della possibilità nel prossimo futuro sarebbe potuta essere presa la decisione di usare truppe sovietiche in Afghanistan, e che dovevano iniziare a preparare le forze appropriate”.
A questo scopo è stata diramata la Direttiva #312/12/00133.
Iniziare la preparazione di un nuovo corpo d’armata nel distretto militare del Turkmenistan.
Il 12 dicembre la decisione finale è stata presa per iniziativa di A., U., e G.
2 dicembre 1979
Telegramma dal capo dei consiglieri militari sovietici Mogometrov
Richiesta da trasmettere a Brezhnev di invio di un reggimento di rinforzo per combattere i ribelli nel Badakhshan che stanno avendo un sostegno attivo da Pakistan e Cina
6 dicembre 1979
Ai membri del Politburo ristretto da parte di Andropov e Ogarkov
Battaglione di fucilieri motorizzati di 500 uomini non in uniforme sovietica aviotrasportati a Kabul nella prima metà di dicembre come richiesto da Amin
6 dicembre 1979
Conversazione sul viaggio di Amin a Mosca tra l’ambasciatore sovietico F.A. Tabeev e H.Amin
10 dicembre 1979
Sommario dell’incontro sull’Afghanistan. Orgakov si scontra con Adoravo
Ristabilendo “l’intero sistema islamico orientale (islamizm) contro di noi” dice O. “e perderemo politicamente nel mondo intero” [Probabilmente O. ha in mente la resistenza Basmachi nelle Repubbliche Centro Asiatiche durante la Guerra Civile].
In sostanza A. gli dice di occuparsi delle vicende militari mentre il Partito si occupa delle decisioni politiche
12 dicembre 1979
Risoluzione #176/125 riguardo alla situazione in Afghanistan POLITBURO del CC del PCUS
24 dicembre 1979
Direttiva n.°312/12/001 firmata da Ustinov e Ogarkov
“Considerando la situazione politico-militare nel Medio-Oriente, l’ultimo appello del governo dell’Afghanistan è stato considerato favorevolmente. È stata presa la decisione di introdurre alcuni contingenti di truppe sovietiche dispiegati nelle regioni meridionali del paese nei territori della Repubblica Democratica dell’Afghanistan con il fine di dare un aiuto internazionale con il popolo amico dell’Afghanistan e per creare condizioni favorevoli per impedire azioni anti-afghane da parte dei paesi vicini”
26 dicembre 1979
Sintesi dell’incontro del CC CPSU
Approvazione del decreto del CC CPSU da parte di Brezhnev
27 dicembre 1979
CPSU CC Memo con allegati sul protocollo #177
27 dicembre 1979
Lettera di Brevhnev a Babrak Karmal
Brezhnev si congratula con BK per la sua elezione a segretario generale del PDPA e nelle alte sfere di governo della DRA.
27 dicembre 1979
Allegato al protocollo #177
Annuncio ufficiale
Ricordando le richieste di assistenza da parte afghana di questi ultimi due anni, lo sforzo congiunto per mettere fine alle interferenze esterne, comunica che anche in base al Trattato del 5 dicembre 1978 di Amicizia, Buon Vicinato e Cooperazione, “ha risposto favorevolmente alla richiesta del governo afghano e deciso di inviare un limitato contingente militare in Afghanistan per avviare delle missioni richieste dal governo afghano, cioè, missioni esclusivamente di assistenza nel respingimento dell’aggressione straniera”. In conformità con l’art.51 della Carta dell’ONU per l’autodifesa singola e collettiva con il fine di respingere l’aggressione e ripristinare la pace.
S’impegna ad un ritiro completo una volta realizzati gli obiettivi dell’azione.
27 dicembre 1979
Circolare del Ministero degli Esteri agli ambasciatori sulla situazione in Afghanistan, istruzioni per l’incontro con i capi di governo
Riprende i contenuti della comunicazione ufficiale sui reiterati tentativi esterni di destabilizzazione della Rivoluzione d’Aprile del 1978, la risposta alla richiesta afghana e il ritiro quando le ragioni della richiesta dovessero venire meno
27 dicembre 1979
Cable al Rappresentante sovietico all’ONU sugli sviluppi della situazione afghana
“Nel caso ci siano tentativi da parte di qualcuno di sollevare la questione della nostra azione a riguardo dell’Afghanistan al Consiglio di Sicurezza, insistete in maniera risoluta che questa questione non può essere inclusa nell’agenda del CS dell’ONU. Ponete l’accento che è una questione di relazioni bilaterali dell’Unione Sovietica e dell’Afghanistan, di cui trattano loro stesse” ed in accordo con l’Articolo 51 della Carta dell’ONU
E poi viene allegata la comunicazione ufficiale a cui fare riferimento nella discussione e altri documenti che potrebbero essere pubblicati da “noi o dal Nuovo Governo Afghano”
27 dicembre 1979
Messaggio agli ambasciatori sovietici dei paesi amici
Vengono ripresi i temi presenti nelle altre comunicazioni ufficiali, ma nel caso di questi paesi si chiede agli ambasciatori di spiegare le dinamiche politiche interne alla dirigenza afghana, facendo luce sulle responsabilità politiche avute da Amin nella defenestrazione di Taraki e nella repressione dei comunisti afghani di entrambe le fazioni.
Una parte dei comunisti interni e all’estero stanno prendendo le misure necessarie per “rimuovere l’usurpatore”
27 dicembre 1979
Messaggio alla leadership ungherese
29 dicembre 1979
Risposta a Jimmy Carter da parte di Brevhnev rispetto al messaggio del 29 dicembre
Ribadisce la natura del rapporto bi-laterale della richiesta di aiuto sovietico, e rigetta ogni interferenza.
Non c’è motivo per il quale che “le nostre azioni in Afghanistan rappresentino minimamente una minaccia alla pace”.
Invito alla moderazione dei toni e alla calma.
Viene ribadito il ritiro sovietico.
“E questo è il consiglio per voi: l ’America dal suo lato può dare il suo contributo alla fine dell’invasione armata del territorio dell’Afghanistan dall’esterno”
30 dicembre 1979
Messaggio dell’Ambasciata bulgara a Kabul al Ministro degli Esteri contenente la Dichiarazione del Comitato Rivoluzionario della Repubblica Democratica dell’Afghanistan sull’attività di Amin e la sua estromissione dal potere e della sua cerchia
30 dicembre 1979
Rapporto sulla situazione afghana al CC del PCUS da parte di Gromyko, Andropov, Ustinov e Ponomarev
Viene ribadita l’analisi proposta precedentemente, in particolare viene detto che “le forze contro-rivoluzionarie hanno stabilito il controllo in molte delle province del Paese” galvanizzate dalla congiuntura negativa data dalla direzione di Amin.
Viene ribadito il lavoro di unificazione del Partito condotto da Sarwari per il Khalq e Babrak per il Parcham.
“Tenendo in considerazione gli errori del precedente regime, la nuova leadership, nell’applicazione pratica delle sue politiche, è intenzionata a considerare seriamente l’ampia democratizzazione della vita sociale ed assicurare una società di diritto, ampliando la base sociale e rafforzando lo Stato all’interno di tutto lo Stato, e mantenendo una politica flessibile nei confronti della religione, delle tribù e delle minoranze etniche”.
Liberazione dei prigionieri politici tra cui Kadyr, Keshtmand, Rafi – e altri – che si sono uniti al lavoro del Consiglio Rivoluzionario e del governo.
Fiducia nella nuova leadership di Karmal.
Appunto estrapolato dal protocollo del attivo numero 177 del Politburo il 27 dicembre 1979 (Traduzione integrale del documento dal russo)
I nostri passi visto lo sviluppo della situazione afgana.
- Consolidare/Confermare il progetto delle direttive agli ambasciatori sovietici di Berlino, Varsavia, Budapest,Praga,Sofia,Avana,Ulan-Bator e Hanoi. (Allegato numero 1)
- Confermare il progetto delle direttive a tutti i sovambasciatori legati allo sviluppo della situazione afgana. (allegato 2)
- Confermare il progetto delle direttive al rappresentante sovietico a New York. (Allegato 3)
- Confermare il progetto al TASS (Agenzia giornalistica informativa) (allegato 4)
- Confermare un telegramma di saluto (positivo) al Rappresentante del Soviet Rivoluzionario, al Segretario generale del CC (comitato centrale) del partito popolar democratico Afgano, al premier-ministro della Repubblica Democratica dell’Afghanistan Sig. Karmal Babrak. (Allegato 5)
- La proposta riguardante l’appoggio propagandistico della nostra azione in rapporto all’Afghanistan.
- Confermare il testo della lettera del CC all’organizzazione di partito PCUS. (Allegato 7)
- Confermare il testo della lettera del Comitato Centrale del PCUS ai partiti comunisti e operai dei paesi non socialisti. (Allegato 8)
Allegato 1
Al punto 151 del protocollo numero 177
Berlino, Varsavia, Budapest, Praga, Sofia, Avana, Ulan-Bator,Hanoi- Ambasciatore
Immediatamente incontratevi con Honecker (Gerek,Kadar,Fusak, T. Živkov, F.Castro, Crdembal, Le Zhuan o il sostituto) e facendo le veci dell’amministrazione sovietica riferite il seguente messaggio:
Sentiamo necessaria la comunicazione diretta della nostra azione ai nostri amici, effettuata vista il repentino peggioramento della situazione afgana.
Le fondamenta della rivoluzione d’aprile del 1978, tutte le conquiste democratiche e progressiste del popolo afgano sono fortemente in bilico. L’arrogante coinvolgimento, da parte di alcuni paesi negli affari dello stato afgano continua o, aumentando enormemente la loro portata, inviando addirittura formazioni armate e armi per soggetti controrivoluzionari e bande di cui i mandanti provengono dall’estero.
L’obbiettivo di questo intervento è chiaro- l’abbattimento della struttura democratica e progressista del paese- creata e voluta dal popolo afgano in seguito alla vittoria della rivoluzione.
Nonostante il fatto che il popolo afgano e la loro forza militare, già da molto tempo, si difenda stoicamente dagli attacchi dei paesi imperialisti e dalle forze reazionarie, i pericoli per il popolo continuano a crescere. Questo è in buona parte collegato al fatto che Amin e il circolo ristretto a cui fa affidamento, ha effettuato un duro e tradente allontanamento del leader odella rivoluzione afgana c. Taraki. Reprimendo centinaia e migliaia di comunisti e molti altri importanti attivisti dediti agli ideali della rivoluzione e dell’Internazionalismo, inclusi Halkisti e Parčisti.
In questo modo con l’intervento esterno e il terrore perpetrato da Amin all’interno del paese, de facto ha messo a rischio di eliminazione quello che ha portato la rivoluzione d’Aprile afgana.
In queste condizioni le forze afgane composte da persone che condividono le idee della rivoluzione e si trovano sia all’interno del paese sia, per cause note, si trovano all’estero, stanno facendo dei passi per eliminare l’usurpatore e conservare le conquiste della rivoluzione d’Aprile difendendo l’indipendenza dell’Afghanistan.
Considerando tutto ciò e la richiesta da parte della nuova amministrazione afgana di aiuto e collaborazione nel respingere l’aggressione esterna, l’Urss, facendosi carico del suo dovere/, responsabilità internazionale, ha deciso di mandare un ristretto numero di contingenti militari in Afghanistan, I quali saranno evacuati dal posto quando le ragioni necessarie dell’azione decadranno.
Avendo deciso di effettuare questa necessaria azione temporanea, chiariamo a tutti gli stati con cui l’Urss mantiene relazioni diplomatiche, che stiamo rispondendo ad una richiesta della neo-formata amministrazione , che ha chiesto aiuto e collaborazione al l’Urss per la lotta contro l’aggressione esterna. Inoltre l’Urss deve mantenere l’insieme degli interessi comuni per quanto riguarda la questione sicurezza sia dell’Afghanistan che del nostro paese, decisi nel Trattato d’amicizia e collaborazione stipulato nel 1978 per il mantenimento della pace nella suddetta regione.
La reazione positiva dell’ Urss a questa richiesta della nuova amministrazione afgana si può estrapolare anche dall’articolo 51 della carta ONU, che regola il diritto inalienabile degli stati alla difesa individuale e collettiva volta a respingere l’aggressione e ripristinare la pace.
Assieme ai nostri amici, abbiamo ovviamente fatto i conti che anche in Occidente ed in Oriente si troveranno gruppi che faranno una campagna di propaganda avversa all’aiuto e al sostegno che legalmente l’Urss sta mostrando all’Aghanistan rivoluzionario, ma come accadeva nel passato, i nostri nemici/avversari di classe e di ideologia non ci devono fermare nel difendere i grandi interessi della nostra sicurezza e della sicurezza dei nostri alleati ed amici, incluso anche stati come quello afgano del quale il popolo esprime una ferrea volontà di andare sulla via della collaborazione con i paesi socialisti, sulla via della formazione di una società basata su sguardi progressisti e di fondamenta democratiche.
Siamo certi che gli stati amici capiranno le motivazioni che hanno dettato la necessità d’un intervento deciso in aiuto dell’Afghanistan nella situazione attuale e che da parte loro possano sostenere completamente questa nostra azione internazionale. Gli Stati amici capiranno sicuramente che la situazione si sia sviluppata in un modo che non ha permesso una possibilità di scambio d’opinioni per tempo.
Telegrafare.
Allegato 2
A TUTTI GLI AMBASCIATORI
(Tranne Berlino, Varsavia, Budapest, Praga, Sofia, Avana, Ulan-Bator,Hanoi)
Immediatamente incontratevi con il capo di governo, (o ministro degli affari esteri, o il suo sostituto) e facendo fede ad un compito dell’URSS dichiarate quanto segue:
Come è noto a tutti nel mondo e anche al governo di . . ., in un periodo di tempo prolungato vi è un intervento diretto dall’esterno negli affari afgani con l’utilizzo inoltre, delle forze armate . È assolutamente chiaro come l’obbiettivo di tale intervento sia la distruzione della struttura democratica […] (qui c’è una ripetizione logica sul discorso dell’aprile rivoluzionario e formazioni armate estere difesa individuale e collettiva della carta ONU 51 ecc, NdT)
L’Urss vuole informare il governo … che nel momento in cui decadranno le motivazioni sopracitate, il governo dell’Urss farà evacuare i contingenti militari dal territorio afgano. Sottolineando nuovamente che l’unica volontà dell’URSS è che l’Afghanistan sia un paese indipendente e reale, agente nel nome della convivenza e della pace e che sia fortemente rispettoso e attui diligentemente I suoi doveri su scala internazionale così come è riportato dalla carta ONU.
Allegato 3
New York Rappresentante (ONU) dell’ Urss
In caso di tentativi da parte di chiunque, nell’assemblea di Sicurezza, di questionare la nostra azione in relazione all’Afghanistan, perseguite duramente la non annessione di questo argomento all’odg dell’assemblea di sicurezza dell’ONU.
Evidenziate che questa è una questione di reciproca relazione tra l’Urss e l’Afghanistan che regoleranno tutto autonomamente e che dagli articoli della carta 51 dell’ONU, la Repubblica Democratica dell’Afghanistan ha il diritto internazionale riconosciuto di appellarsi all’Urss con la richiesta di aiuto e collaborazione per il respingimento dell’aggressione mentre l’Urss di offrirlo.
Nel caso questo entrasse comunque nell’odg rispondete con il seguente messaggio:
« Cosí come in tutto il mondo, anche i governi dei paesi membri del consiglio di sicurezza dell’ONU, sono a conoscenza della prolungata intromissione esterna/estera negli affari interni della Repubblica Democratica dell’Afghanistan, anche militare. È assolutamente chiaro l’obbiettivo di questa intromissione: la destituzione della struttura democratica, conquistata con il risultato della Rivoluzione d’Aprile dell’anno 1978. Il popolo afgano e le sue forze militari stanno attivamente respingendo gli atti d’aggressione difendendo gli attentati alle conquiste democratiche, la sovranità e la dignità del nuovo Afganistan.
Nonostante ciò, gli atti d’aggressione esterna continuano, aumentando la propria portata; dall’estero quotidianamente arrivano formazioni armate e armi.
In queste condizioni l’amministrazione del governo afgano si è rivolta all’Urss per chiedere aiuto e collaborazione nella lotta contro l’aggressione esterna.
Facendo fede all’insieme degli interessi dei due paesi sulle questioni di sicurezza fissate nel Patto d’amicizia, convivenza e collaborazione siglato il 5 dicembre 1978 al fine di mantenere la pace in questa ragione. L’Urss ha reagito positivamente a questa richiesta del governo afgano e ha deciso di inviare in Afghanistan un ridotto numero di contingenti per la risoluzione delle questioni di cui fa richiesta il governo afgano.
Queste questioni sono composte esclusivamente dalla collaborazione con il popolo afgano per il respingimento dell’aggressione esterna.
In questa connessione è necessario anche sottolineare che l’Urss e l’Afghanistan fanno appello al diritto della difesa collettiva ed individuale prevista dalla carta numero 51 ONU. Come è noto, gli interessi del mantenimento o del recupero della pace internazionale e della sicurezza, molti governi, compresi anche i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, più volte si sono rivolti a questo diritto inalienabile.
Il governo sovietico crede necessario dichiarare che nel momento del decadimento delle motivazioni che hanno portato alla richiesta afgana e alla corrispettiva azione sovietica, l’Urss ha intenzione di evacuare completamente dal territorio dell’Afghanistan.
L’Urss evidenzia inoltre che come in precedenza, il suo unico desiderio riguardante l’Afghanistan è quello di vederlo come paese sovrano e indipendente che continui le politiche di pace e convivenza, fortemente rispettoso dei suoi doveri internazionali, riguardanti inoltre la carta ONU.
In caso di necessità difendete strenuamente I tentativi di gettare ombre sulla nostra politica, sull’azione che abbiamo intrapreso e sull’amicizia afgano-sovietica.
In caso di discussione utilizzate il messaggio sopracitato e altri documenti eventualmente pubblicati da noi o dalla nuova amministrazione afgana.
Allegato 4
MESSAGGIO AI MEDIA
[…] Lo stesso messaggio che viene mandato in precedenza
Allegato 5
Al Rappresentante del Soviet Rivoluzionario, al Segretario generale del CC (comitato centrale) del partito popolare democratico Afgano, al premier-ministro della Repubblica Democratica dell’Afghanistan
Compagno Karmal Babrak.
Di cuore Vi ringrazio della vostra elezione a Segretario Generale del comitato centrale popolare democratico del partito afgano e alla carica più alta della Repubblica democratica afgana.
A nome dell’amministrazione sovietica e personalmente le auguro grandi successi vostro ampio compito a favore del popolo afgano. Convinto che nelle condizioni odierne, il popolo afgano riuscirà a difendere le conquiste della rivoluzione d’Aprile, la sovranità, l’indipendenza e la dignità nazionale del nuovo Afganistan.
L.Brežnev
Allegato numero 6
Riguardante la propaganda della nostra azione in relazione all’Afghanistan
Durante la realizzazione della propaganda riguardante la nostra azione in Afghanistan per mezzo della stampa, della televisione e radio.
Su richiesta dell’amministrazione della Repubblica democratica dell’Afganistan per la difesa dall’aggressione esterna, si dettano le seguenti linee guida:
- In tutto il lavoro di propaganda si deve basare sulla : richiesta dell’amministrazione afgana all’Urss di aiuto militare e al messaggio al TASS sul conto di essa.
- In qualità di tesi principale evidenziare che è l’amministrazione afgana a richiedere formalmente in Afghanistan un ridotto numero di contingenti militari che serviranno esclusivamente per aiutare il popolo afgano e il governo collaborando nella lotta all’aggressione esterna. Questa azione non ha nessun altro obbiettivo.
- Sottolineare che l’aggressione esterna e la crescente intromissione esterna negli affari afgani, ha messo in pericolo le conquiste della rivoluzione d’Aprile, soprattutto la sovranità e l’indipendenza dell’Afghanistan. In queste condizioni l’Urss, alla quale ripetutamente negli ultimi due anni, si è rivolta l’amministrazione della Repubblica democratica dell’Afganistan con richieste d’aiuto per quanto riguarda la respinta dell’aggressione, ha risposto positivamente mantenendo gli accordi del patto d’amicizia Afgano-Sovietico sulla convivenza e collaborazione.
- La richiesta del governo afgano e la conseguente accettazione di essa, è una questione solamente di due paesi sovrani- Repubblica democratica dell’Afganistan e Urss che autonomamente regolano i propri rapporti. A loro, come a ogni stato membro dell’ONU, appartiene il diritto alla difesa individuale o collettiva come stabilito nella carta numero 51 dell’ONU.
- Nel caso di cambiamenti nell’amministrazione afgana evidenziare che questo è affare interno del popolo afgano e pubblicare solamente le dichiarazioni pubblicate dal soviet rivoluzionario afgano e dal presidente del Soviet Karmal Barak.
- Difendere vigorosamente con argomentazioni, in caso di ogni tipo di insinuazione riguardante l’intromissione dell’Urss negli affari interni afgani, la seguente posizione: l’Urss non ha e non ha avuto nessuna correlazione con il cambio dell’amministrazione in Afghanistan. L’obbiettivo dell’Urss è strettamente collegato solo all’aiuto e alla collaborazione per il consolidamento della sovranità e l’indipendenza del popolo afgano che affronta un aggressione esterna. Non appena questa aggressione cesserà I contingenti sovietici verranno immediatamente e completamente ritirati dai territori afgani.
Allegato 7
a tutti i membri del partito
Il comitato centrale ritiene necessario informare le organizzazioni del partito riguardo alla situazione in Afghanistan e alle misure intraprese. Negli ultimi tempi, soprattutto dopo l’allenamento di N.M.Taraki e l’arrivo di H.Amin la situazione afgana è vertiginosamente peggiorata e complicata. Questo riguarda la situazione interna ed esterna. La situazione è la seguente: le conquiste della rivoluzione, il regime democratico e progressista si trovano sotto la minaccia dell’eliminazione.
È evidente l’intromissione di alcuni governi negli affari afgani e le proporzioni di questa intromissione stanno divenendo sempre più grandi. Sul territorio dell’Afghanistan vengono mandati gruppi armati, armi ai controrivoluzionari presenti nel paese le le attività dei quali vengono comandati dall’estero. Viene mandata avanti una propaganda di odio e si accende la problematica del fanatismo religioso. L’obbiettivo di tutto queste azioni è la distruzione della struttura democratica voluta dal popolo afgano di conseguenza alla vittoria della rivoluzione. Nonostante il popolo afgano e la sua forza militare stia da molto tempo difendendosi dagli attacchi esterni ed interni delle forze reazionarie, il pericolo per la struttura esistente continua a crescere. Questo è legato in maniera praticamente imprescindibile con il fatto che un ristretto gruppo di amministratori (H.Amin e i suoi seguaci) continuano ad effettuare una dura e meschina distruzione dei quadri della rivoluzione afgana. Sono stati repressi centinaia di migliaia di comunisti dediti alla rivoluzione, oltre a persone senza partito. Il CC innumerevoli volte si è rivolto all’amministrazione afgana con l’obbiettivo di far cessare le repressioni ingiustificate (illegali), invocando al mantenimento della legalità rivoluzionaria e di non agire seguendo il libero arbitrio di alcuni membri che si trovavano al potere. H.Amin ha più volte confermato la volontà di cessare tali azioni di fatto, però, perpetrandole con maggiore forza.w Negli ultimi tempi H., dopo aver allontanato il segretario generale del partito democratico-popolare N.M.Taraki, in maniera ipocrita continuava a sottolineare il rapporto amichevole con l’Urss facendo discorsi dal tono ultrarivoluzionario, ma iniziando a demolire la struttura del regime rivoluzionario.
In questo modo, l’intervento esterno e il terrore perpetrato contro i quadri fedeli al regime, hanno messo in serio pericolo quello che ha portato la rivelazione d’aprile all’Afghanistan. Si sono così create le condizioni nelle quali H.Amin, potrebbe cambiare la rotta dello sviluppo afgano, in una direzione conveniente solamente ed ad un probabile avvicinamento all’imperialismo.
Come risultato delle politiche di H.Amin, nel paese cresceva il malcontento e le proteste, con quest’ultime però, si sono rafforzate manifestazioni di formazioni militari inviate nel paese dall’estero.
Bisogna però sottolineare che in Afghanistan si sono trovate le forze che, nonostante le pesanti perdite dovute alle ingiustificabili e illegittime repressioni portate avanti da H.Amin, si sono ribellate in maniera decisa e hanno creato nuovi organi di amministrazione del potere governativo di cui fanno parte dei compagni che da anni lottano (lottavano) contro un regime reale dispotico. Coloro che insieme a Taraki hanno realizzato la rivoluzione d’Aprile.
La nuova amministrazione governativa e di partito con a capo Karmal Barak si è rivolta all’Urss con una richiesta d’aiuto politica e materiale che possa includere un supporto militare.
Il Politburo del CC ha accettato di sostenere questa richiesta, oltretutto il governo sovietico e quello afgano facendo affidamento sull’accordo internazionale siglato il 5 dicembre del 1978 tra la stessa Urss e l’Afghanistan. Nel quarto capitolo di questo accordo è scritto: « Le due parti agendo nello spirito delle tradizioni amichevoli e della convivenza pacifica, considerato pure la carta dell’ONU, si consulteranno e con il consenso di entrambe, converranno ad utilizzare le misure che riterranno utili per il mantenimento della sicurezza, l’indipendenza e l’unità dei due paesi. Le due parti collaboreranno nell’ambito del rafforzamento della capacità difensiva militare.»
Il Politbjuro ha dato il consenso al governo afgano di far entrare per un periodo un piccolo contingente militare. La sola presenza di esso sul territorio dell’Afghanistan fungerà da garanzia (difesa, copertura) per quanto riguarda eventuali assalti delle forze militari esterne (in particolare quelle Pakistane) e alle manifestazioni delle forze controrivoluzionarie interne.
Il contingente militare sovietico sarà evacuato dall’Afghanistan, non appena la situazione si stabilizzerà e le motivazioni per tale azione decadranno.
Il Politbjuro del CC applicando tali misure è cosciente della posizione strategica dell’ Afganistan. Esso si trova molto vicino ai nostri confini e confinando inoltre con le repubbliche sovietiche dell’Asia centrale e non distante dalla Cina. Per questo motivo bisogna dimostrare cura della sicurezza della nostra Patria Socialista adempiendo inoltre un dovere internazionale. Prendendo tale decisione il Politbjuro ha messo in conto anche un eventuale reazione dei governi imperialisti e i loro mezzi d’informazione così come un’eventuale incomprensione dei nostri amici in una prima fase- alcuni compartimenti dei paesi capitalistici e dei loro alleati.
Ma gli attacchi dei nemici di classe ed ideologici così come l’oscillazione di alcuni elementi instabili non devono fermare il nostro e partito e l’Urss nella difesa della patria e della sicurezza così come nel sostegno del regime antimperialista e progressista di un paese vicino.
Il Politbjuro è convinto che le organizzazioni di partito e i comunisti sovietici capiranno bene i motivi che hanno dettato la necessità dell’aiuto all’Afghanistan democratico e sosterranno così questa azione.
Con saluto comunista
Il CC del partito comunista dell’Unione Sovietica.
Allegato 8
AMBASCIATORE SOVIETICO
Quando incontrerete i rappresentanti dei paesi amici dichiarate il seguente:
Cari compagni!
Seguendo le tradizioni che si sono create tra i nostri partiti, il comitato centrale vorrebbe condividere con voi i nostri punti di vista e le nostre valutazioni riguardo gli ultimi eventi in Afghanistan.
Come sapete, come risultato della rivoluzione d’Aprile del 1978 si é instaurata una struttura nazional-progressista.
Nel paese é stato compiuto un grande lavoro per deporre il regime monarchico coinvolgendo grandi masse popolari sulla direzione rivoluzionaria, compiendo riforme terriere e dando delle grandissime parti di terra al contado, l’eliminazione della legge della tassa per la moglie e altre leggi create nell’interesse del popolo.
Però gli eventi rivoluzionari hanno avuto un durissimo contrasto da parte delle forze reazionarie esterne.
Dalla parte del Pakistan, dell’Iran e della Cina che continuano ad attuare delle azioni di disturbo.
Inoltre i rimasugli del vecchio regime, i proprietari terrieri che sono rimasti senza terra o i vecchi sostenitori della monarchia con una parte della chiesa musulmana, che continuano a lottare contro l’impianto rivoluzionario.
A tutto questo, bisogna dire che si aggiunge i comportamenti sbagliati e dispotici di H.Amin che hanno portato alla violazione di norme elementari con grandi repressioni di tutti quelli che non sono d’ accordo con lui, compresi coloro che si sono battuti per molti anni alla deposizione del regime monarchico e attivamente per compiere la rivoluzione d’Aprile. Negli ultimi tempi H.Amin deposto il segretario generale del partito popolar-democratico e presidente N.M.Taraki, parlando falsamente di umanità, legalità e facendo discorsi super rivoluzionari e simili…, ma de facto compiendo repressioni di massa cercando di distruggere il regime rivoluzionario.
In questo modo, l’intervento dall’esterno e il terrore contro quadri onesti e coloro che sono dediti alla questione rivoluzionaria e agli interessi del popolo minacciando la liquidazione di ciò che ha portato all’Afghanistan la rivoluzione d’Aprile.
Come risultato delle azioni dannose e inammissibili del gruppo di H.Amin ha portato a grandissime proteste della politiche di H.Amin che hanno fatto la motivazione ai reazionari di far uscire per le strade delle formazioni armate estere.
Di tutto questo hanno goduto le forze reazionarie esterne che hanno aumentando l’invio dei gruppi armati (soprattutto dai territori pakistani) dei soldi e delle armi a gruppi interni, in poche parole cercando di ricreare un sistema reazionario sottomettendo l’Afghanistan all’imperialismo. Come principali agenti di ciò sono l’imperialismo americano, la CIA e l’amministrazione di Pechino. In Afghanistan hanno trovato le forze che hanno contrastato decisamente il regime di H.Amin allontanandolo dal potere e creando nuovi organi per gestire il partito ed il paese.
All’interno di questi organi vi sono coloro che per anni si sono battuti contro il regime monarchico dando vita insieme a Taraki la rivoluzione d’Aprile. Alla testa del partito e del governo é stato posto Karmal’ Barak. I suoi discorsi rivolti al popolo afgano, sono diretti al mantenimento dell’indipendenza nazionale, l’unione popolare, la continuità con politiche progressiste e democratiche, il mantenimento della legalità e rafforzamento d’un ordine che sia più umanitario possibile.
La nuova amministrazione ha messo come obbiettivo il mantenimento della pace civile nel paese. Tutto ció ci dà motivo di dire che tale amministrazione rafforza il partito popolar democratico e il regime repubblicano e progressista dell’Afganistan.
La nuova amministrazione si é rivolta all’Urss con una richiesta d’un aiuto politico e materiale includendo l’aiuto militare. L’Urss ha deciso di aiutare il popolo afgano anche avvalendosi dell’accordo tra i due governi, siglato tra l’Urss e l’Afghanistan il 5 dicembre 1978. Il quarto capitolo dell’accordo sancisce: « Le Parti accordanti agiranno nello spirito delle delle tradizioni dell’amicizia e della convivenza, inoltre la carta dell’ONU, si continueranno a consultare e in caso di consenso da entrambe le parti possono applicare le misure che credono giuste per il mantenimento della sicurezza, l’indipendenza e l’unità territoriale dei due paesi. Negli interessi del rafforzamento delle capacità di difesa, le Parti continueranno la collaborazione dell’argomento militare.» […]