Editoriale Contropiano anno 11 n° 3
Le evidenti difficoltà in cui si trova il governo Berlusconi, sta alimentando grosse contraddizioni dentro il blocco sociale che lo ha sostenuto ma anche le ambizioni di rivincita del centro-sinistra e le aspettative del “popolo della sinistra” che vuole mandare a casa il governo delle destre.
Almeno due di queste esigenze trovano una sintesi verso “l’alto”. La palese dissonanza del governo Berlusconi e del suo filo-americanismo verso l’accelerazione del processo di costituzione politica europea, consegna infatti al centro-sinistra un “pacchetto azionario” non indifferente. Settori rilevanti dell’establishment italiano ed europeo non intendono permettere ulteriormente tale dissonanza. Sul piano economico e sul piano internazionale il gioco si sta ormai facendo duro.
La stagnazione economica e l’accentuazione della competizione globale tra Stati Uniti, Unione Europea (ma adesso c’é anche la Cina e le ambizioni dei paesi emergenti emerse a Cancùn), accelerano tutti i processi e stanno rendendo risibili molte delle divergenze e dei temporeggiamenti del passato
Gli Stati Uniti hanno scatenato la guerra preventiva cercando di giocare d’anticipo, mentre l’asse franco-tedesco sta tessendo una fitta rete politico-diplomatica dentro cui ci sono l’ONU, la Russia, la Cina.
Mentre gli USA si sono impantanati in una sanguinosa occupazione dell’Iraq, il recente vertice a tre di Berlino, ha visto Tony Blair – già in serie difficoltà interne – imbrigliarsi dentro il disegno franco-tedesco.
In tale scenario, Berlusconi ha un solo punto di forza: il rapporto di servilismo con gli Stati Uniti, ma per delineare una prospettiva credibile alla sesta o settima potenza mondiale come l’Italia è ormai troppo poco.
Un processo di centralizzazione come quello a cui stiamo assistendo in Europa, le sfide sul piano economico, tecnologico, militare e morale che attengono alla costituzione dell’Unione Europea come potenza globale, hanno bisogno di esecutivi più stabili e credibili di quello messo in piedi da Berlusconi.
Di questo si è reso ben conto Romano Prodi e la leadership dell’Ulivo. Il progetto del “partito unico riformista” come strumento di gestione di un governo fortemente integrato dentro l’esecutivo europeo, può essere letto con questa chiave lettura.
Tant’é che su questioni rilevanti, Prodi, D’Alema e Fassino hanno dato le coordinate. Sulla collocazione internazionale Prodi ha affermato che il modello sociale europeo è ormai “alternativo” a quello americano; D’Alema ha detto che la politica internazionale dell’Italia non sarà argomento “negoziabile” nell’accordo elettorale con il PRC; Fassino ha sintetizzato nella sfida della “modernizzazione” il perno strategico dell’identità dei riformisti e della composizione del conflitto tra capitale e lavoro. Tutti e tre hanno però ribadito la necessità di un accordo elettorale con la sinistra alternativa e il PRC per raggiungere l’obiettivo.
Dunque il “partito unico riformista” che si accinge a tornare al governo sconfiggendo Berlusconi punta alla “amerikanizzazione” sociale dell’Italia e dell’Europa ma in antitesi agli Stati Uniti, ad una politica internazionale conformata dal mantenimento delle alleanze militari e dalla dottrina della guerra preventiva in chiave europea, ad una modernizzazione del sistema in cui i lavoratori, i precari, i disoccupati e i pensionati saranno poco più che un esercito industriale di riserva per affrontare la sfida della competizione globale.
Se i nostri lettori ci chiedessero se vogliamo cacciare via il governo Berlusconi, risponderemmo senza esitazioni di si. Se ci chiedessero di sostenere l’alternanza e mandare di nuovo al governo l’Ulivo conformato dal “partito unico riformista”, risponderemmo senza esitazioni di no. All’apparenza la contraddizione sembra tutta nostra. Nella sostanza basterà attendere qualche mese di governo “riformista” per vederla riesplodere nella coalizione tra questo e la sinistra alternativa.
CREDITS
Immagine in evidenza: Pier Silvio Berlusconi, Romano Prodi e Massimo D’Alema al dibattito televisivo a “Linea Tre”, il 12 aprile 1996.
Autore: unknown, 12 Aprile 1996
Fonte: https://tg.la7.it/mediagallery/dalema-al-traguardo-dei-70-20-04-2019
Licenza: Public domain
Immagine originale ridimensionata e ritagliata