La Rete dei Comunisti
C’è un primo passaggio per rispondere ai tentativi del blocco militarista bipartizan di depotenziare e criminalizzare i movimenti che si oppongono alle scelte del governo: far riuscire in tutti i modi la manifestazione di Vicenza con una grande, forte e tranquilla partecipazione popolare.
Il governo sta cercando in tutti i modi di creare un clima di intimidazione e smobilitazione del movimento contro la guerra e contro la base a Vicenza, strumentalizzando a piene mani vicende assai diverse tra loro e minacciando apertamente il ricorso alle maniere forti come accadde per Genova.
Il nesso temporale tra il clamore dell’inchiesta antiterrorismo della magistratura milanese e la vigilia della manifestazione di Vicenza, appare evidente anche ai più distratti. E’ un clamore che vuole intimidire chi scenderà in piazza sabato 17 febbraio e depotenziare l’autonomia della mobilitazione popolare – a Vicenza ma non solo – dalle ipoteche del quadro politico nazionale e locale. In ogni aspetto della vita politica, sociale e culturale del paese sta crescendo un clima di intimidazione che vorrebbe ridurre al silenzio ogni voce o movimento politico e sociale che possa “disturbare il manovratore” impegnato in missioni militari o in trattati internazionali che trascinano periodicamente il nostro paese in guerra. Si è andato rafforzando quello che si può definire come “il fronte interno della guerra preventiva”.
Fa un bruttissimo effetto vedere la magistratura tornare a mettere la gente in carcere sulla base di reati d’opinione ereditati dal Codice Rocco come accaduto in questi giorni a Milano, rettori chiudere le facoltà universitarie a Roma per impedire assemblee o convegni, enti locali disdire conferenze con storici malvisti dalla destra, giornali tappare la bocca a intellettuali o ricercatori scomodi, ministri minacciare il pugno di ferro contro le manifestazioni. Eppure tutto questo sta accadendo da tempo nel nostro paese.
Il governo Prodi sta giocando pesante perché deve convivere sia con le proprie contraddizioni interne, sia con il rapporto di concertazione/competizione con la destra ma soprattutto con il malessere e l’ostilità che viene crescendo in molti ambiti sociali a seguito delle misure adottate sul piano economico e delle scelte di guerra sul piano della politica internazionale.
A fronte di scelte e misure impopolari evidenti ormai nel senso comune, i partiti della sinistra di governo (PRC,PdCI, Verdi) si lasciano ricattare senza reazioni significative, rinunciando ad ogni scatto di dignità nella difesa delle libertà politiche e democratiche, rivelando al paese e ai movimenti sociali di contare poco e nulla nelle scelte strategiche della coalizione che governa il paese.
Il nucleo duro del governo e le sue intese bipartizan con la destra, intendono reagire ad un conflitto sociale in ebollizione e alle proprie difficoltà politiche ragionando e agendo, oggi esattamente come trenta anni fa, attraverso la logica e le leggi dell’emergenza, con arresti, denunce, intimidazioni e strumentalizzazioni sul terrorismo sperando, e crediamo inutilmente, che disorientino e disgreghino i lavoratori e i movimenti sociali e riducano al silenzio gli stessi democratici coerenti.
Questa palese debolezza dell’attuale coalizione di governo e della sua sinistra, apre spazi ed opportunità di rilancio del protagonismo sociale, per una battaglia di democrazia e contro le tendenze di guerra, come Vicenza insegna, a condizione che si sappia capire il nuovo livello delle risposte da dare. Sorprende invece negativamente che le risposte di una parte del movimento antagonista alle azioni repressive siano ancora caratterizzate dalla stessa impotenza che ha già portato a precedenti sconfitte, sorprende che questa forma di autismo politico non colga le opportunità che vengono dalla crisi della sinistra istituzionale del nostro paese facendosi di nuovo trovare esattamente laddove l’avversario di classe li attende al varco.
C’è urgenza di una risposta politica e di massa a tutto campo contro questo clima di intimidazione e repressione che si sta abbattendo sul nostro paese. Per questo occorre far riuscire alla grande la manifestazione di Vicenza conquistando e difendendo un spazio che restituisca agibilità politica ai movimenti sociali e alle organizzazioni della sinistra di classe e avvii una campagna a difesa delle libertà politiche e democratiche contro i nostalgici bipartizan dello stato di polizia.
15 febbraio
CREDITS
Immagine in evidenza: Pinocchio e i carabinieri
Autore: Saiko
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