Rete dei Comunisti
E’ ormai evidente come per gli Stati Uniti,la Francia e le altre potenze europee, la posta in gioco in Libia non siano affatto i diritti del popolo libico quanto gli abbondanti giacimenti e rifornimenti di petrolio e di gas. Un obiettivo, questo, ritenuto strategico di fronte all’acutizzazione della crisi economica internazionale e dalla inevitabile escalation dei prezzi energetici nei prossimi giorni.
Di fronte agli aerei e alle navi militari che stanno bombardando la Libia per “proteggere i civili”, non ci si può che indignare ricordando come niente di tutto è avvenuto per i massacri in corso nello Yemen o nel Bahrein o mentre le forze armate israeliane bombardavano senza pietà la popolazione palestinese rinchiusa nella gabbia di Gaza tra il 2008 e il 2009 (1.400 i morti, la metà civili inermi, quasi il quadruplo delle vittime di queste settimane in Libia). Due pesi e due misure? No, è complicità con i crimini di guerra e interessi strategici su gas e petrolio che prevalgono sistematicamente su ogni diritto umano e dei popoli.
L’intervento militare delle potenze della NATO in Libia – precedute dall’utilizzo sul terreno di guerra di commandos e consiglieri militari occidentali – suona inoltre come monito e minaccia anche contro i movimenti popolari in Tunisia, Egitto, Algeria, i quali hanno avviato processi di cambiamento importanti ma i cui esiti rappresentano ancora una incognita per gli interessi delle multinazionali statunitensi ed europee e per gli interessi geopolitici delle varie potenze.
Non sappiamo se il futuro della Libia potrà fare a meno della leadership di Gheddafi e del suo inconseguente “anticolonialismo”, ma è del tutto inaccettabile che questo futuro venga ipotecato dagli interessi materiali e strategici degli Stati Uniti e dell’Unione Europea sulle risorse energetiche del paese e non dalla decisione della popolazione e dalle aspirazioni democratiche. Aspirazioni che hanno ormai scarsissime possibilità di vedersi rappresentate dagli ex plenipotenziari del regime libico che hanno dato vita al Consiglio di Transizione a Bengasi e che oggi si stanno legando mani e piedi a potenze imperialiste come Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti o alle petromonarchie arabe del Golfo.
Affermiamo fin ora che non intendiamo essere in alcun modo complici dell’aggressione militare della Francia, degli USA, delle potenze europee o dell’ONU contro la Libia. La posizione assunta dal presidente Napolitano, dai partiti del centro-sinistra e dalle loro articolazioni collaterali come Cgil, Tavola della Pace etc. sono inaccettabili e sintomo di complicità bipartizan con la partecipazione del governo Berlusconi ai bombardamenti contro la Libia.
Dopo le prime manifestazioni di risposta all’inizio dei bombardamenti, sviluppiamo la mobilitazione in tutte le città contro la nuova guerra nel Mediterraneo e contro i complici dell’intervento militare “umanitario” in Libia. No all’uso delle basi militari in Italia per l’aggressione contro la Libia. Nessuna complicità con la guerra
CREDITS
Immagine in evidenza: Norwegian F-16 Libya 2011
Autore: Metziker; marzo 2011
Licenza: Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)
Immagine originale ridimensionata e ritagliata