ed il rapporto con la Federazione Sindacale Mondiale
Cinzia Dalla Porta in Dalla parte giusta della storia. Intervista a George Mavrikos
L’internazionalismo è un elemento costituente dell’USB, in termini teorici e pratici. Un filo rosso che ci lega alla storia del movimento sindacale di classe del ‘900, che trova continuità materiale nella Federazione Sindacale Mondiale e nel nostro naturale posizionamento al suo interno.
Siamo entrati nella FSM nel 2010, dopo il congresso fondativo di USB. Seguivamo il percorso della FSM con molta attenzione già dagli anni 80, quando eravamo ancora Rappresentanze Sindacali di Base (RDB).
Ci ha convinto l’approccio con cui, dopo alcuni anni di crisi dovuti alla fine dell’URSS, con il Congresso dell’Avana, a cui abbiamo partecipato come osservatori, i compagni Cubani, gli Indiani e, in Europa, i compagni greci del PAME hanno ripreso in mano le sorti dell’FSM e ne hanno guidato il rilancio.
Ne è nata una federazione mondiale internazionalista, con caratteristiche nuove e certamente più dinamiche, che si è strutturata con successo attraverso uffici regionali in tutti i continenti, e su quello delle categorie che hanno cominciato un importante lavoro di proselitismo e di diffusione a livello mondiale.
Crescita e lavoro contrastati, con ogni mezzo disponibile, da parte della Confederazione Sindacale Internazionale, la vecchia “CISL Internazionale” a cui oggi aderiscono tutti i sindacati collaborazionisti tra cui le Cgil, Cisl, Uil. Oggi la FSM ha 105 milioni di aderenti in 130 Paesi in ogni continente.
Oggi ci poniamo, con la nostra presenza all’interno della Segreteria Regionale Europea, l’obbiettivo di riportare la FSM in tutti i Paesi e ad avere un peso nella denuncia e nel contrasto della funzione imperialista dell’Unione Europea.
Su questo terreno stanno crescendo importanti ed inaspettate relazioni in particolare con consistenti parti della CGT francese, che al congresso del 2019 hanno vinto una importante battaglia congressuale contro la segreteria generale del sindacato approvando un significativo Ordine del Giorno che impegna tutta la CGT a riaprire relazioni con la FSM anche se formalmente aderisce ancora alla CSI. Voglio ricordare che la CGT, insieme alla CGL, senza la “I”, fu nel 1945 tra le organizzazioni fondatrici della FSM e che, come la CGIL, ne uscì per aderire alla CSI alla fine degli anni 70 quando si era consumata tutta l’involuzione politica di queste organizzazioni.
In questi anni USB ha deciso di investire importanti risorse umane e materiali nell’attività del Dipartimento internazionale, legando la solidarietà internazionalista al più generale conflitto di classe, che riflette la volontà e la forza che i lavoratori esprimono, ancora oggi, in ogni angolo del pianeta. L’elenco dei luoghi del conflitto è molto lungo, ed investe anche il nostro martoriato continente, colpito dalle politiche di un polo imperialista europeo in costruzione che ha usato cinicamente la pandemia per veicolare i processi di ristrutturazione continentali, al servizio delle multinazionali del farmaco e dei vari settori di punta della produzione, delle infrastrutture e dei servizi avanzati e usa oggi la guerra da una parte per dare fiato ad una economia in estremo affanno attraverso il suo sistema militare/industriale, dall’altra come elemento di ulteriore attacco alle condizioni della nostra classe.
Nel maggio scorso, come ulteriore elemento di rafforzamento del nostro ruolo e di riconoscimento internazionale, USB ha ospitato a Roma il 18esimo congresso mondiale della FSM
A partire dal quel congresso la nostra organizzazione sindacale ha assunto un ruolo sostanzialmente nuovo, entrando per la prima volta all’interno del segretariato della FSM e assumendo la segreteria Europea. Due ruoli determinanti per noi e per la classe lavoratrice europea. Negli anni scorsi abbiamo già avuto la direzione della segreteria della TUI del pubblico impiego che raccoglie i sindacati di questa categoria delle organizzazioni affiliate alla FSM, dando un nuovo slancio alla categoria pubblica, anche attraverso la costruzione ed il lancio di campagne e giornate comuni di lotta a livello mondiale.
Il nostro internazionalismo non si ferma però al fondamentale nesso con il conflitto che quotidianamente ci mette a confronto con il nemico di classe. I motivi che ci spingono a dare forza a questo settore di intervento travalicano il terreno della contrattazione, configurandosi come parte integrante di quella grande ispirazione che ha da sempre mosso il Movimento Operaio internazionale verso il superamento delle relazioni economiche imposte dal modello di produzione capitalistico, fonte unica della sofferenza del genere umano e della natura. Per l’Unione Sindacale di Base essere internazionalisti significa orientare la lotta economica verso la rottura di un sistema, quello capitalistico, profondamente iniquo ed irrazionale, per la costruzione del Socialismo del Secolo XXI, unica possibile via di uscita dalla barbarie dell’oggi.
Su questo terreno si vanno delineando veri e propri percorsi comuni di lotta intercontinentali, che disvelano le linee carsiche delle sempre mutevoli catene del valore, implementate dal grande capitale alla costante ricerca del massimo profitto. Uno scenario dove convivono le vecchie catene di montaggio delocalizzate nelle periferie del pianeta al fianco del super-sfruttamento delle catene della logistica, dei servizi alle imprese, dello sfruttamento del lavoro mentale sulle piattaforme digitali nei paesi del centro imperialista.
La crescita di consapevolezza all’interno di USB sull’importanza di questo fronte è sempre più percepito dal nostro quadro intermedio, ma il lavoro da fare è ancora molto, e ci vedrà impegnati nel prossimo futuro.
Il nostro impegno all’interno della FSM si è concretizzato in questi anni attraverso la promozione di tante iniziative e campagne internazionali, dal sostegno alla Palestina, con momenti di confronto pubblico, protesta e raccolta materiale; alla solidarietà verso la Siria, Cuba, Venezuela, costantemente sotto attacco dell’imperialismo USA e UE. Oggi siamo fortemente impegnati nella lotta contro la guerra in Ucraina, che alimenta i tanti fuochi di conflitto sparsi per il mondo, avvicinando pericolosamente l’umanità ad un possibile conflitto generalizzato e nucleare.
Di recente su Cuba abbiamo portato avanti una intensa campagna a favore del Nobel per la pace alla Brigata Henry Reeve, con il duplice obiettivo di evidenziare la grandezza della Rivoluzione cubana di fronte alla piaga pandemica, mettendo ancora di più in luce la terribile situazione che il nostro paese ha vissuto, a causa di scelte politiche ben precise, fatte sia nella gestione della pandemia che prima, quando le politiche di austerità UE hanno guidato i governi nazionali nei tagli al sistema sanitario pubblico, per dare priorità al profitto, sacrificando la salute e la vita dei cittadini. La tragedia pandemica, costata la vita ad oltre 180mila persone in Italia, ci ha permesso di mettere a confronto due concezioni del mondo: quella del capitale e quella del Socialismo, che non solo salvaguarda la vita dei popoli, inviando le proprie brigate di medici in aiuto di molti paesi del mondo.
Un altro importante settore di intervento è per noi la lotta contro le criminali politiche europee e dei governi italiani di contrasto all’immigrazione cosiddetta “clandestina”, indotta come sappiamo dalle politiche di rapina colonialista portate avanti attraverso devastanti operazioni militari che hanno distrutto interi paesi, dalla ex Jugoslavia all’Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, da dove non a caso giungono ogni giorno migliaia di diseredati.
Infine, siamo stati e siamo al fianco delle repubbliche popolari del Donbass, dove – nel 2016 – siamo stati con folte delegazioni a nome della FSM.
In generale, in base agli assunti di fondo del nostro sindacato e agli insegnamenti della Federazioni Sindacale Mondiale e dei suo dirigenti, il nostro obiettivo rimane quello di costruire momenti di solidarietà e sostegno delle lotte portate avanti dalle organizzazioni di classe della FSM in tutti i paesi dove essa e’ presente.
Una consapevolezza e una predisposizione che all’interno di USB viene sostenuta concretamente da strutture specifiche, costruire per sviluppare relazioni dirette con le organizzazione degli altri paesi, come la partecipazione della nostra struttura dei trasporti allo sciopero dei ferrovieri della RMT in Inghilterra, o la stretta relazione tra il nostro settore portuali con ENEDEP-COSCO del porto del Pireo in Grecia.
Un percorso, quello della commissione Internazionale USB, costruito con costanza e determinazione, grazie anche alle indicazioni, ai consigli e all’orientamento del nostro caro compagno George Mavrikos, che lascia una organizzazione sindacale internazionale come la FSM molto rafforzata e in condizioni di affrontare la temperie di una fase storica gravida di profondi rivolgimenti, nei quali solo l’Organizzazione dei lavoratori può indirizzare verso il superamento della barbarie del capitalismo.