Tenutosi a Roma il 24 settembre
La Rete dei Comunisti
Il secondo forum della Rete dei Comunisti dedicato al conflitto Capitale-Lavoro tenutosi il 24 settembre, segue di un anno il primo (aprile 2004) ed è parte di un percorso di dibattito e approfondimento propedeutico alla seconda assemblea nazionale della Rete dei comunisti prevista per la metà del prossimo anno. Passaggi di questo percorso sono il forum dedicato all’Europa superpotenza (gennaio 2005) e quello in preparazione che sarà dedicato al Novecento e al bilancio storico del movimento comunista. All’assemblea nazionale della Rete dei Comunisti, tutti coloro che hanno contribuito o seguito il nostro percorso in questi anni, saranno chiamati a dare un contributo non formale di progetto politico.
Se il primo forum sul conflitto Capitale-Lavoro ha cercato di comprenderne la dimensione internazionale (gli atti sono stati pubblicati e sono disponibili nel libro edito dalla Jaca Book), l’obiettivo di questo secondo incontro era quello di individuare le caratteristiche di questo conflitto dentro il quadro italiano-europeo e di coglierne i nessi con la lotta politica tra le classi per l’egemonia. Da qui l’introduzione ai lavori (Casadio) ha portato alla luce l’esigenza di una riflessione sulla rappresentanza politica del Lavoro e sul come l’ideologia agisce – affiancandolo – dentro il conflitto di classe in una realtà a capitalismo maturo come quella italiana. In tal senso sono state illuminanti le relazioni di Carchedi e Mazzone sul carattere dell’aristocrazia salariale e sulla sussunzione al Capitale del lavoro intellettuale.
La rappresentanza politica dentro la lotta per l’egemonia
Dalla discussione e dalle relazioni è emerso come la battaglia per la rappresentanza politica del Lavoro sia oggi un terreno concreto. I risultati elettorali in Germania e prima ancora il referendum contro la Costituzione Europea in Francia, hanno dimostrato come questa esigenza sia reale.
Tale battaglia richiede una durissima lotta contro quella che i politologi chiamano “autonomia del politico” e che noi preferiamo chiamare politicismo, che ha visto negli ultimi trenta anni crescere paurosamente la divaricazione tra la “politica” (anche a sinistra) e i settori di classe che possono dare vita ad un nuovo blocco sociale antagonista. Il nesso tra politica e classe resta decisivo per ogni scelta tattica o strategica del movimento comunista.
La democrazia – nella crisi di egemonia del liberalismo – torna ad essere un aspetto decisivo del conflitto tra Lavoro e Capitale. Non solo occorre strappare al Capitale e ai liberali l’improprio monopolio della democrazia per restituirla nelle mani dei rivoluzionari e della classe lavoratrice, ma occorre rilanciare la “questione democratica” come fattore di scardinamento dell’egemonia capitalistica (su questo le relazioni di Giacchè, Cicalese e Tafalla hanno dato le coordinate giuste). Non è un caso che lì dove oggi il movimento di classe è più avanzato – l’America Latina – emerga la straordinaria traccia di ricerca e di battaglia politico-teorica sui “Diritti dell’Umanità” come superamento della concezione sostanzialmente eurocentrista dei Diritti dell’Uomo. E’, questo, un terreno di grande interesse ed importanza per le forze di classe in tutto il mondo, anche perché nasce in relazione a processi di rottura e cambiamento reali come l’esperienza rivoluzionaria cubana, la rivoluzione bolivariana, le rivendicazioni politiche ed economiche dei movimenti sociali in Bolivia, Ecuador, Colombia etc.
Capitale contro Lavoro. I nuovi luoghi del conflitto
Specularmente (Bulgarelli) non può più essere sottovalutata la brutalità che deriva dalla crisi del modello capitalistico, il quale non esita a ricorrere alla guerra, alle devastazioni ambientali o a rendere “eccedenti” quote intere della popolazione mondiale per eventualmente recuperarle – come il più classico esercito industriale di riserva – dentro isole di produzione “affrancate” da ogni diritto (vedi le maquilas o le zone franche industriali). Il modello della produzione flessibile nei poli sviluppati del Capitale continua a convivere sia con la produzione fordista nelle nuove periferie industriali sia con il lavoro schiavistico o l’esclusione totale nelle “terre di nessuno”. Solo con una buona dose di subalternità culturale si può vedere in questa nuova divisione internazionale del lavoro un nuovo paradigma che mandi in soffitta l’analisi marxista del conflitto capitale-lavoro.
In questo secondo Forum sono state poste le basi per una seconda fase dell’inchiesta di classe che abbiamo condotto tra i lavoratori italiani a cavallo tra gli anni Novanta e il nuovo secolo (raccolta ne “La coscienza di Cipputi). L’individuazione delle metropoli come nuovo luogo politico/sociale di concentrazione del Capitale e del Lavoro e dunque come fattore ricompositivo di un blocco sociale antagonista, apre per noi una nuova fase dell’inchiesta sulla classe lavoratrice nei paesi a capitalismo maturo. Le metropoli possono essere il punto in cui qualità e quantità delle contraddizioni di classe emergono con maggiore acutezza dopo la “scomparsa” delle città-fabbrica e l’affermazione delle filiere mondiali di produzione? Le relazioni di Cararo e Vasapollo, hanno cercato di indicare alcuni parametri di questa inchiesta strettamente connesse alle esigenze e alle esperienze dei movimenti sociali e sindacali di lotta metropolitani emersi in questi anni e che stanno animando piattaforme ricompositive per settori di classe fino ad oggi frammentati.
La soggettività dei comunisti
Il Forum ha anche liquidato ogni semplificazione che intende ridurre momenti di approfondimento come questi ad una fotografia della realtà di classe, magari interessante perché la sinistra ha rinunciato da tempo all’analisi in nome del politicismo.
Gli incontri di approfondimento della Rete dei Comunisti – al contrario – hanno l’ambizione di fornire a militanti, attivisti, studiosi, degli strumenti di lavoro ed azione politica, sociale, sindacale.
In tal senso, il dibattito sul ruolo della soggettività dentro le condizioni oggettive attuali ma anche dinamiche, diventa decisivo se non vogliamo che la “accumulazione delle forze” diventi una interminabile “furbata” per continuare a muoversi sempre nel pantano del politicismo rinviando le decisioni e le scelte strategiche ad un avvenire lontano. Oggi diventa rilevante sapere che cosa ha da dire e da proporre la soggettività dei comunisti a quei segmenti della società e del mondo che Gattei ha definito – con una suggestione azzeccata – gli “egreferenti”, cioè coloro che in questi ultimi anni hanno cessato di essere deferenti verso l’imperialismo e il Capitale. Su questo, come hanno sollecitato sia Venier che Leoni, il confronto deve aprirsi quanto prima.
Anche a questo ambisce la seconda Assemblea Nazionale della Rete dei Comunisti in cantiere per il prossimo anno.
Gli atti del secondo Forum “Lavoro contro Capitale” saranno pronti entro il mese di ottobre. Le strutture e i compagni che desiderano averne una o più copie da diffondere nella loro realtà, ne prenotino (e ne paghino) per tempo le copie che ritengono di poter far circolare scrivendo a: cpiano@tiscali.it
settembre 2005
CREDITS
Immagine in evidenza: Manifestazione per il contratto – Roma, anni ’80
Autore: Fillea Roma e Lazio;
Licenza: Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)
Immagine originale ridimensionata e ritagliata