Cris Patata ricercatore e docente di Economia Agraria in Contropiano Anno 9 n° 1 – 16 febbraio 2001
Una risposta va forse trovata nel modello di crescita perseguito dai vari sistemi agricoli. Al crescere dell’industrializzazione i paesi hanno infatti dovuto far fronte al problema di assicurare una produzione agricola adeguata a soddisfare i bisogni alimentari di una popolazione in aumento e sempre più urbanizzata. Nei paesi Nordamericani la disponibilità di terra arabile non è mai stata un problema, il limite all’aumento dell’offerta agricola andava piuttosto individuato nella relativa mancanza di manodopera.
Il progresso tecnico ha offerto la possibilità di superare molti dei problemi derivanti dalla scarsità di lavoro sostituendolo con macchine sempre più sofisticate in grado di svolgere le varie lavorazioni necessarie per portare a termine la produzione agricola.
Al contrario nei paesi del vecchio continente il problema era quella della scarsità di terra a fronte di una manodopera spesso sovrabbondante, anche in questo caso il progresso tecnico ha fornito una risposta che ha preso la forma di innovazioni biologiche e chimiche che consentivano di aumentare le quantità producibili sulla terra a disposizione. Varietà ad alta resa (quelle della Rivoluzione Verde che troppo spesso associamo ai soli PVS) e prodotti chimici per il controllo di parassiti e malattie (cause di perdite di raccolto) diventano il fulcro della strategia di crescita della produzione agricola dei paesi membri della CEE. Il paradigma tecnologico basato su innovazioni biologiche e chimiche sembra però non avere fatto troppo i conti con le interazioni con l’ambiente e con gli organismi umani.
Ovviamente non è possibile pensare che ci sia stata, nelle fasi ottimali, intenzionalità rispetto ai risultati (anche se le vicende intorno a mucca pazza insegnano che anche quando le informazioni scientifiche circa i rischi ambientali sono disponibili possono essere manipolate od oscurate con intenzionalità per proteggere gli interessi di gruppi politici, o di produttori, ecc.) ma piuttosto che troppo spesso l’uomo si rende conto troppo in ritardo degli effetti che le proprie azioni possono produrre sull’ambiente naturale
Ben venga quindi il proposito di appellarsi al “principio di precauzione” fino a che non vi siano indicazioni precise circa le conseguenze delle innovazioni (farine animali come OGM). Questo è il principio che le autorità dell’UE hanno deciso di utilizzare ad esempio nel caso degli OGM, cioè in attesa di informazioni scientifiche precise derivanti da sperimentazioni preferiamo astenerci dal consumo. Lo stesso principio sembra avere orientato i privati cittadini dell’E:E che già nelle prime fasi della crisi della mucca pazza avevano fortemente ridimensionato i propri consumi di carne bovina. Preoccupano dall’altra parte le recenti aperture di alcuni politici italiani ad un approccio scientifico: il presidente della Confagricoltura Augusto Bocchini, candidato del Polo al dicastero agricolo, ha recentemente affermato che “…solo la scienza può parlare” rispetto al caso della mucca pazza.
Ma come possiamo affidarci ciecamente ad una scienza che si accorge solo dopo anni che l’utilizzazione di un prodotto innovativo è rischioso per la salute umana?
Il dibattito sui limiti delle informazioni scientifiche e sul comportamento più adeguato a far fronte alle continue innovazioni che vengono messe a punto ci sembrano il punto al quale si dovrebbe dedicare maggiore attenzione e non solo nella UE. Se infatti è vero che fino a questo punto, come si ricordava in precedenza, l’agricoltura nordamericana ha mostrato minori punti di crisi poiché ha perseguito una strategia di sviluppo in cui le innovazioni biologiche hanno rappresentato una componente minoritaria, l’attuale rapida diffusione delle moderne biotecnologie fa temere che, di qui a poco, anche in quella parte di territorio si possano manifestare problemi per l’ambiente naturale e la salute umana.
Problemi attualmente sottovalutati o semplicemente non conosciuti dall’ambiente scientifico.
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Immagine in evidenza: Cows
Autore: Crosa , 24 July 2016, 19:25
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