“Comprendere la particolarità con la quale si manifestano le nuove contraddizioni all’interno di una nuova generazione”
Rete dei Comunisti in Contropiano Anno 18 n° 3 – 16 settembre 2010
“Pur continuando ad agire in coordinazione con il partito per quanto
riguarda il suo compito centrale, la Lega della Gioventù deve svolgere un
lavoro indipendente per adattarsi alle caratteristiche della gioventù”.
Mao Tse-Tung
Il 27-28-29 agosto si è tenuto a Padova il primo “corso di formazione e inchiesta politica” per giovani compagni che ha visto la partecipazione di compagni provenienti da Napoli, Padova, Bologna e Pisa attivi in diverse organizzazioni e collettivi agenti nel movimento degli universitari, nei sindacati di base e nei collettivi territoriali. La proposta della costruzione di un seminario di formazione è stata estesa a tutta una serie di compagni che si sono incontrati all’interno di diversi ambiti e iniziative a cui i compagni di Bologna, attivi nell’università, hanno partecipato nella scorsa stagione politica e con cui si è condiviso, con le opportune differenze, la necessità di un piano di confronto nazionale.
Il corso si è suddiviso in cinque lezioni che sono andate ad approfondire alcune delle tematiche maggiormente discusse all’interno del movimento comunista, favorendo il dibattito attorno ad argomenti che, pur essendo già da tempo terreno di dibattito all’interno dei singoli collettivi e aree politiche, non hanno mai trovato uno spazio di discussione nazionale tra i compagni più giovani. L’importanza di costruire momenti di discussione nazionali tra compagni che intervengono localmente all’interno dei settori giovanili è necessaria per maturare un diverso approccio all’analisi politica che vede molto spesso tra i collettivi studenteschi e giovanili in genere una distorsione figlia del soggettivismo, ovvero partire dal particolare per andare al generale e non il contrario. Con il corso tenutosi a Padova si è cercato di ribaltare questo metodo di approccio alla realtà riportando al centro le trasformazioni complessive del capitale, l’oggettività reale in cui il militante politico costruisce la sua azione.
Al di là dei nostri limiti organizzativi, l’obiettivo che ci si è posti e ci si continua a porre è quello di ricreare un circuito di giovani militanti che, pur continuando a costruire e interpretare le vertenze specifiche del mondo della gioventù, abbia i mezzi per entrare nel dibattito attorno ai temi fondamentali per il movimento comunista.
Nella sua estrema parzialità, una serie di corsi di formazione pensati per compagni che vivono la loro militanza all’interno di gruppi la cui azione si esplica soprattutto all’interno delle fasce anagraficamente più giovani della società è fondamentale per dare risposte scientifiche ai bisogni e alle ragioni dei movimenti giovanili. Se le ragioni dei comunisti vanno infatti ricercate nella realtà a cui il sistema capitalista ci costringe, non possiamo tralasciare la particolarità con la quale si manifestano le nuove contraddizioni all’interno di una nuova generazione che si vede privata non solo delle garanzie minime conquistate dalle lotte passate e di cui, anche se con limitazioni sempre più consistenti, la vecchia classe lavoratrice e popolare gode, ma anche di un’autonomia di pensiero schiacciata soggettivamente dai vecchi attriti tra i gruppi e oggettivamente da più di vent’anni di pensiero unico. Nella classe che abbiamo definito degli esclusi dalla società, nella quale inseriamo dal disoccupato al senza casa, dal precario allo studente, la media dell’età è destinata ad abbassarsi drasticamente. In essa si vedono costretti ad entrare tutti una serie di soggetti sociali a cui il mondo sorto dalle macerie del muro di Berlino e dai processi di liberalizzazione e di competizione globale aveva promesso un’ascesa sociale senza ostacoli e che invece oggi si trovano a dover affrontare gli effetti di una delle crisi più profonde che il capitalismo abbia mai affrontato. Sarebbe quindi riduttivo pensare ad un intervento nel mondo giovanile delegato alla costruzione di iniziative e percorsi organizzativi all’interno dei bacini tipici dei gruppi e dei collettivi studenteschi e giovanili. Ciò che si pone all’ordine del giorno è un ragionamento più complessivo da allargare a più compagni possibili sul ruolo e la funzione che oggi i comunisti possono giocare all’interno di movimenti che seppure non sono diretti o egemonizzati da una visione marxiana della realtà, nascono da bisogni e contraddizioni concrete dell’attuale sistema produttivo e di potere e che non riescono a trovare una via di uscita credibile all’attuale povertà di prospettive.
Le difficoltà che si incontrano e gli errori che si possono commettere nella costruzione di una simile ipotesi di lavoro non sono state e non sono di certo poche. Da un lato dobbiamo anche noi fare i conti con ciò che la mancanza di una rielaborazione complessiva e condivisa implica per tutte i gruppi del movimento comunista.
La mancanza di punti di riferimento ma anche linguaggi condivisi, il particolarismo ed il localismo che portano ogni struttura locale ad immaginarsi e proporsi come “l’organizzazione dei comunisti”, sono sicuramente tra le maggiori difficoltà che si incontrano per realizzare ciò che con il corso di formazione di Padova ci siamo posti.
Vi è poi l’abitudine di associare una proposta sul piano giovanile ad una proposta sul settore studentesco. Se gli studenti sono uno tra i bacini più grossi di giovani militanti e attivisti, non sono sicuramente l’unico. Su questo dobbiamo essere ben chiari e attenti a non riprodurre errori già commessi, traslando su un pezzo dell’intervento tutto il contenuto di una proposta e di un metodo di lavoro che vuole essere stimolo su questioni di natura politica più generale e non particolare. Per tale motivo non vediamo né auspicabile né maturi i tempi per tentare una stretta organizzativa tra diversi soggetti in quanto ciò che dobbiamo proporci è la creazione di un laboratorio politico che metta in discussione la funzionalità e la correttezza dell’impostazione che i collettivi e le strutture che sono intervenute tra i giovani negli ultimi anni siano corrispondenti alle esigenze del presente.