Comitato Angelo Baracca
Come indicato dai lavori della seconda Assemblea nazionale “Rompere la complicità tra Italia e Israele”, questo fine settimana riparte la campagna di boicottaggio dello Stato sionista d’Israele.
Dopo le tre mobilitazioni nazionali organizzate contro la catena di supermercati Carrefour, dall’assemblea è emerso il nuovo obiettivo su cui concentrare gli sforzi: Teva.
La “Teva Pharmaceutical Industries” è una multinazionale con base in Israele operante nel settore dell’industria farmaceutica.
Teva è il più grande produttore di farmaci generici del mondo e, per la produzione, trae profitto direttamente dai territori palestinesi occupati da Israele.
Inoltre, dato il controllo che lo Stato sionista opera sui commerci in Palestina, Teva sfrutta direttamente il mercato palestinese, vincolato alle scelte dell’occupante.
In Italia, Teva ricopre una posizione di quasi monopolio su alcuni farmaci generici di grande consumo, utilizzati per l’apparato gastrointestinale, per il sistema respiratorio e cardiovascolare, antinfiammatori ecc.
La campagna BDS indica in Teva un obiettivo su cui fare pressione internazionale affinché le aziende e i consumatori smettano di sostenere il regime di apartheid israeliano imposto al popolo palestinese.
27.000 palestinesi assassinati dal 7 ottobre a oggi, in maggioranza donne e bambini; milioni di sfollati cacciati dalle proprie case e dai propri territori in 75 anni di occupazione; centinaia di giornalisti e funzionari delle organizzazioni internazionali uccisi negli ultimi mesi; un genocidio in corso a Gaza in “diretta tv” con la complicità di tutti gli Stati occidentali, Italia in primis, e dei maggiori media di comunicazione.
Insomma, uno scenario di guerra, con tutte le crisi umanitarie che si porta dietro, ben oltre quella in corso in Ucraina dove lo Stato italiano continua a inviare armi al regime di Kiev, e che si allarga pericolosamente a tutto il Medio Oriente.
Eccole le conseguenze della complicità dello Stato italiano e dell’Occidente collettivo con l’apartheid israeliano.
Per rompere questa complicità, boicottare le relazioni economiche e commerciali tra Italia e Israele è uno degli strumenti per far sì che la società nel suo complesso si metta in movimento per obbligare il governo a fare quello che non vuole fare: smettere di sostenere Israele e supportare la Resistenza palestinese, tirando fuori l’Italia dalle guerre e dalla Nato.
Il 9,10 e 11 febbraio chiamiamo alla mobilitazione davanti le farmacie del Paese per boicottare i prodotti Teva, sostenere la Resistenza palestinese, rompere la complicità tra Italia e Israele e dare un’occasione alla giustizia sociale e alla pace di imporsi.