Rete dei Comunisti Napoli
Oggi siamo Stati in piazza insieme alla comunità Sri Lankese del Consiglio di lotta popolare in occasione dell’anniversario dell’indipendenza dello Sri Lanka del 1948 dell’allora Impero britannico.
In occasione della celebrazione dell’indipendeza dello Sri Lanka riconosciamo che questa non è una semplice celebrazione ma un momento di piazza che serve a ribadire, oggi, quei principi dell’autodeterminazione e la rivendicazione di giustizia sociale che hanno mosso le mobilitazioni e le lotte per l’indipendenza dal colonialismo occidentale. Per questo motivo siamo felici di portare la nostra solidarietà internazionalista in questa piazza.
Lo Sri Lanka è un paese che nonostante la dura lotta che ha portato all’indipendenza ha continuato a subire la violenza e lo sfruttamento da parte dell’imperialismo occidentale.
E negli ultimi anni in particolare ha visto il montare di una crisi che ha portato alla povertà e alla emigrazione forzata di milioni persone. Lo sfruttamento di milioni di lavoratori nelle campagne e nelle fabbriche che soprattutto nei paesi del cosiddetto Sud del mondo costringono a condizioni di disagio materiale e sociale, è stato ripagato con un abuso senza limiti della natura, ma anche alla corruzione, alla repressione e alla limitazione della libertà di espressione e di emancipazione politica soprattutto delle fasce popolari.
E anche se in declinazioni e forme diverse vediamo come gli interessi dell’imperialismo occidentali si riversano con violenza su interi popoli fino all’espressione massima delle contraddizioni di questo sistema, cioè la guerra. Abbiamo visto proprio in questi mesi precipitazioni di questo tipo, con il genocidio sistematico che si sta portando avanti del popolo Palestinese per mano dello stato sionista di Israele e con la complicità dell’Occidente.
L’imperialismo continua a schiacciare chi è già oppresso, avrà anche avuto i suoi successi politici e avrà “vinto” in tante occasioni esercitando la sua forza su popoli interi – ma, sicuramente non ha mai risolto le contraddizioni del modo di produzione capitalista.
Insieme ai compagni srilankesi siamo scesi tante volte in strada e in piazza per difendere i diritti dei lavoratori, per rivendicare il miglioramento delle condizioni di vita delle fasce popolari di questa citta, il diritto alla salute, all’abitare, ad avere una città a misura d’uomo, a costruire un futuro dignitoso soprattutto per chi rimane sempre indietro in questa società di competizione sfrenata e di prevaricazione, i giovani, le donne, i migranti.
Ma come abbiamo più volte gridato in piazza, “i popoli in lotta scrivono la storia” – ed il coraggio e la determinazione di questi popoli, dall’Africa al Sud America, dall’Asia fino al cuore dell’imperialismo stesso, spingono anche noi allo sforzo quotidiano della costruzione di un’organizzazione che sappia darsi la prospettiva di un’alternativa, economica, politica e sociale, in cui a governare sia li bene collettivo e la solidarietà.