Per una analisi critica del comunismo del ‘900
Prima edizione: febbraio 2004
in “Quaderni di Contropiano per la Rete dei Comunisti”
Formato: 14,8 x 21
Pagine: 72
Digitalizzazione e seconda edizione: febbraio 2024
in “Retrospettive”
Formato: A5
Pagine: 92
Nella prima assemblea nazionale della Rete dei Comunisti tenuta a Roma il 23 Marzo 2002 abbiamo presentato e discusso un documento che aveva un carattere interlocutorio perché sappiamo bene che la ridefinizione di una identità comunista moderna, cioè legata alle condizioni storiche attuali, ha bisogno di un lungo percorso di ricostruzione strettamente connesso con la realtà ma anche collegato ad una capacità di interpretazione delle contraddizioni e degli sviluppi possibili.
In questo senso come Rete dei Comunisti abbiamo sempre dato una grande importanza al lavoro di ricerca ed elaborazione teorica non perché questa fosse di per sé esaustiva, ma perché nessuna ripresa del movimento comunista può fare a meno di questa componente fondamentale per poter modificare la realtà.
Nel periodo trascorso abbiamo cercato e ci siamo impegnati a sviluppare un lavoro di analisi e di ricerca sulla questione dell’imperialismo, che ovviamente va ancora continuato e seguito nei suoi sviluppi, che ha visto nel forum internazionale “IL PIANO INCLINATO DEL CAPITALE”, tenuto a Roma nell’aprile del 2003, un passaggio per noi importante sia per aver definito con maggiore chiarezza i termini dell’analisi sull’imperialismo sia per aver contribuito a demistificare la tesi dell’“IMPERO” a nostro avviso deviante rispetto alle prospettive reali della competizione globale che oggi comincia a mostrare i propri frutti avvelenati.
Non ci siamo però dimenticati di un altro impegno preso alla assemblea nazionale relativo alla necessità di una riflessione critica sul movimento Comunista ed i paesi socialisti del XX secolo, riteniamo infatti che non è possibile oggi ipotizzare alcuna trasformazione sociale senza un serio ed approfondito lavoro critico su quella esperienza storica del ’900.
Purtroppo l’attività che svolgiamo è grandemente sproporzionata alle forze che è possibile utilizzare e dunque spesso siamo costretti a registrare ritardi rispetto ai tempi preventivati, come è appunto accaduto per questo tipo di impegno; con questo quaderno intendiamo cominciare un tale lavoro che in questa prima fase vuole limitarsi ad accumulare punti di vista anche diversi, analisi storiche, economiche, teoriche per creare le condizioni per una successiva fase di elaborazione della quale, ovviamente, noi pensiamo di essere solo una componente.
Che questa sia una esigenza che diventa sempre più generale e obiettiva si percepisce sia dallo sviluppo delle contraddizioni del modo di produzione capitalistico, sia dalle questioni che vengono poste da compagni, strutture ed intellettuali che colgono l’esigenza via via sempre più pressante di riconcepire una alternativa al sistema attuale. In questo senso riteniamo che vada anche la proposta della formazione del “centro studi sulla transizione” che ha tenuto a Napoli, dal 21 al 23 novembre 2003, il suo primo appuntamento costituente e che si appresta a pubblicare i propri atti.
Questo lavoro, di “lunga lena”, non ha solo l’obiettivo di accumulare conoscenze per arrivare ad una lettura degli eventi più vicina possibile alla realtà e di conseguenza di metterci in condizioni di cogliere gli errori e le deviazioni che si sono manifestate, ma vuole anche contrastare quella vulgata in voga a sinistra che vorrebbe archiviare il tutto come un errore della storia e gettare via assieme all’acqua sporca il bambino e, se possibile, anche qualcosa di più.
Diciamo questo riferendoci, non tanto al merito delle questioni da affrontare, quanto al modo con cui molti cercano di liberarsi dei 70 anni seguiti alla rivoluzione del 1917 pensando così di liberarsi facilmente della storia e di un fallimento. Oppure di trovare in questo una giustificazione ad esperienze mai nate che non hanno mai potuto aver rappresentato una alternativa valida al modello sovietico né nei paesi dell’allora terzo mondo né, soprattutto, in quelli a capitalismo avanzato.
Sappiamo bene come queste posizioni spesso siano state il frutto di disinvolte analisi, ed abbiano prodotto altrettanto disinvolte giravolte, finalizzate a trovarsi una nicchia, frequentemente istituzionale, tale da poter permettere la “riproduzione”di se stessi e della propria condizione politica.
Per quanto ci riguarda vogliamo cominciare questo lavoro con molta modestia, conoscendo i nostri limiti, ma con alcuni riferimenti molto chiari. Il primo, è quello che non ci chiamiamo fuori dalla storia del movimento comunista del ’900, né cerchiamo di liberarci di un fardello che pesa e che ci costringe a fare i conti con noi stessi, non solo sul piano teorico ma anche su quello della pratica.
Poiché quello che si è aperto con la rivoluzione Bolscevica è un processo siamo convinti di essere stati e di stare ancora dentro questo processo di trasformazione della società. Pensiamo che questo vada analizzato nelle sue forze e dinamiche reali, rifuggendo da ogni visione moralistica e soggettivista del tutto inutili, ai fini che noi oggi ci poniamo.
Nonostante che noi abbiamo delle nostre ipotesi ed interpretazioni non vogliamo assumere nessuna conclusione preconcetta puntando invece sul lavoro di analisi e di confronto che pensiamo, ad oltre un decennio dalla fine dell’URSS, sia divenuto ormai maturo.
Infine sappiamo che questo impegno non è di breve periodo ed ha bisogno, per essere attuato nel migliore dei modi, di contributi nazionali ed internazionali, dei paesi imperialisti, di quelli della periferia e di quelli che sono ancora socialisti.
I testi che pubblichiamo su questo quaderno iniziale sono tre, il primo è la proposta di lavoro fatta nella assemblea della Rete dei Comunisti del Marzo del 2002, il secondo è del compagno Stefano Garroni, docente presso l’università della Sapienza di Roma, che ha steso il suo contributo specificamente per questa pubblicazione ed infine c’è il testo di Fidel Vascós Gonzàles un compagno cubano, che affronta il nodo della legge del valore dentro le esperienze dei paesi socialisti.
Come abbiamo già detto, intendiamo affrontare questa ricerca e questo confronto con il massimo di apertura con tutte quelle esperienze collettive ed individuali che si rifanno ai Marxismo ed al comunismo e dunque intendiamo mettere a disposizione questa nostra serie di quaderni di tutti coloro che vogliono partecipare; tale confronto è a nostro avviso fondamentale in questa nuova fase storica, che si è aperta nel nuovo millennio, e con il precipitare delle contraddizioni interimperialistiche ed il riemergere della guerra come strumento principe della risoluzione dei conflitti.
INDICE
- Proposta di lavoro e di riflessione critica sul movimento comunista del ‘900
Rete dei Comunisti – marzo 2002 - La crisi marxista del Novecento: un’ipotesi d’interpretazione
di Stefano Garroni - Socialismo e mercato
di Fidel Vascós Gonzales