La solidarietà con la Resistenza palestinese è un volano per la più generale lotta contro l’imperialismo occidentale.
Rete dei Comunisti – Pisa
Sulla assemblea del 20.6 a Pisa.
Giovedì 20 giugno la Rete dei Comunisti ha partecipato all’assemblea cittadina chiamata dal Coordinamento pisano per il boicottaggio di Israele. Una assemblea che aveva i come obiettivi produrre analisi sulla situazione in Palestina e in Medio Oriente, contestualizzare il genocidio sionista, rilanciare il movimento in solidarietà alla Resistenza palestinese, indicando nel boicottaggio un importante strumento di lotta.
Crediamo che l’assemblea sia ben riuscita, dimostrando come, nonostante il fisiologico calo delle mobilitazioni, la solidarietà con i palestinesi sia ben viva anche nella nostra città .
Nella fase di sostanziale stasi sociale che stiamo attraversando da molto tempo, la lotta del popolo palestinese ha determinato un importante processo di politicizzazione di decine di migliaia di persone, soprattutto giovani universitari, medi e tanti lavoratori migranti che con i propri figli hanno riempito le piazze, moderni proletari che in questi anni hanno dimostrato di essere spesso all’avanguardia nelle lotte nella logistica, del bracciantato e di altri settori produttivi e dei servizi. Da ottobre 2023 sino ad oggi questi soggetti hanno riempito le piazze delle città italiane e, ampliando gli orizzonti, delle metropoli europee ed occidentali contro le responsabilità dirette del blocco imperialista euro-atlantico nel genocidio sionista.
È stata un’assemblea che è riuscita a restituire la centralità della lotta politica del popolo palestinese per la sua autodeterminazione, superando i limiti di un approccio spesso umanitaristico, che prima dell’operazione politico/militare del 7 ottobre aveva relegato i palestinesi ad un ruolo marginale nello scenario mondiale.
Lo sforzo che è necessario fare è quello di collocare la Resistenza palestinese in uno scenario internazionale che vede un conflitto aperto tra l’unipolarismo euro-atlantico e paesi che cercano di demolire un’egemonia in piena crisi di tenuta economica, ideologica e culturale a cui reagisce slittando verso posizioni sempre più apertamente reazionarie, militariste e guerrafondaie. In questo senso la tendenza alla guerra che si dipana davanti ai nostri occhi è la risposta di un capitalismo imperialistico in profonda crisi, che oramai non e’ solo di singoli paesi (USA, UE e paesi satelliti) ma dello stesso modo di produzione capitalistico.
Dentro questo scenario in cui il vecchio mondo sta morendo, noi che viviamo nel ventre molle della bestia siamo chiamati a rilanciare la lotta al fianco dei paesi in lotta contro il colonialismo, dalla Palestina al centro Africa, sino all’America Latina, rimettendo al centro delle nostre lotte la necessità del Socialismo del XXI secolo, attraverso un processo di rottura dell’attuale stato di cose presente.
Questo il compito dei comunisti e degli antimperialisti, al fine di coinvolgere tutti i settori popolari sino ai pauperizzati ceti medi, colpiti da una “guerra interna” che non lascia prigionieri, dalla strage continua di lavoratori al fortissimo restringimento degli spazi di democrazia sociale e politica.
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