Come Rete dei Comunisti, Cambiare Rotta ed Opposizione Studentesca d’Alternativa abbiamo deciso di riproporre la visione del documentario “Fedayin – la lotta di Georges Abdallah”, prodotto dal collettivo Vacarme(s). La ragione è che crediamo che vi siano contenuti degli elementi importanti per contestualizzare in termini storici il conflitto Israelo-libanese, che in queste settimane vede una nuova escalation spinta dagli attacchi terroristici dello stato sionista e dal tentativo di invasione in corso.
La situazione in Medio Oriente assume sempre di più le caratteristiche di un conflitto regionale (come è avvenuto, mutatis mutandis, più volte dal 1948 in poi) che vede contrapposto Israele sostenuto dal blocco euro-atlantico imperialista ad un asse di resistenza composito che va dalle organizzazioni palestinesi a Hezbollah in Libano (che ricordiamo ha sconfitto Israele nel 2006 dopo averla precedente costretta a ritirarsi dal Sud del paese nel 2000), dalle milizie scite in Iraq agli Houti yemeniti, con il ruolo sempre più centrale dell’Iran. Una polveriera che rischia di allargarsi ed infiammare tutta la regione ed oltre.
IL DOCUMENTARIO.
Georges Ibrahim Abdallah è un comunista libanese, nato del Nord del Paese dei Cedri che ha dedicato la sua intera vita alla causa arabo-palestinese. Insegnante, si installa nel campo profughi palestinese di Nahar El-Bared, nei pressi di Tripoli. Aderisce al Fronte Popolare della Liberazione della Palestina – formazione della sinistra rivoluzionaria arabo-palestinese – e si reca poi al Sud del Libano dove nel 1978 sarà ferito nel corso della lotta contro il primo tentativo di occupazione sionista del Paese, a qualche anno dallo scoppio della Guerra Civile. La sua vita si intreccia con la lotta per la liberazione del popolo arabo contro il sionismo e contro le complicità occidentali con Israele, una battaglia condotta sia nel suo Paese d’origine che in Occidente. È stato condannato in Francia e sarebbe formalmente “scarcerabile” dal 27 ottobre del 1999. Oggi a più di settanta anni d’età, è al suo quarantesimo anno di detenzione, ed è attualmente rinchiuso nella prigione di Lannemezan nella regione Occitanie. È uno dei prigionieri politici incarcerati in Unione Europea con più anni di galera scontati. Potrebbe quindi essere fuori dalla prigione da più di vent’anni ma questo primato detentivo è dovuto alla pressione statunitense e sionista, nonché alla complicità del governo francese.
L’esempio di una vita spesa per la causa del comunismo e della liberazione dei popoli risulta fondamentale in quest’epoca in cui la storia si è rimessa in moto (non che si fosse mai fermata) e in cui la costruzione di una prospettiva alternativa allo stato di cose esistenti, che ci permetta di sopravvivere alle barbarie di un modo di produzione capitalistico in crisi che spinge verso guerra e catastrofe globale.