In Chi ha paura di chi? Una riflessione sul nuovo DDL Sicurezza 1660
In definitiva, sappiamo che l’unico strumento attraverso cui possiamo rompere l’isolamento politico e combattere davvero la repressione in atto è lo stesso che ci permette tutti i giorni di accrescere i nostri interventi nelle scuole, nelle università e nei quartieri: l’organizzazione.
Dobbiamo essere preoccupati della nuova legge repressiva ma non dobbiamo assolutamente sentircene impauriti. Le sue contraddizioni sono numerose e il fronte che sta comprendendo la pericolosità di questa legge si sta allargando. Migliaia di persone che hanno sfidato massicciamente un inaccettabile divieto di manifestare per la Palestina hanno mandato un segnale straordinario di resistenza. Sebbene la consapevolezza della gravità di questo provvedimento sia ancora minoritaria e difficilmente diventerà maggioritaria, una minoranza ben organizzata e matura politicamente può ottenere risultati insperabili se saprà agire con lucidità anche in un contesto di ferro e di fuoco come quello che stiamo vivendo.
Dunque, proponiamo in questo opuscolo un’attenta analisi dei più rilevanti passaggi repressivi operati dalla classe politica italiana negli ultimi 8 anni, dal DL Minniti del 2017 ai decreti Sicurezza 1 e bis del 2018 e 2019, fino all’odierno DDL1660, e invitiamo a diffonderne il più possibile i contenuti nelle scuole, nelle università e nei quartieri, per essere capaci di spezzare le catene del silenzio a cui il governo e le false opposizioni vorrebbero legarci. Se è attraverso il conflitto che portiamo avanti la nostra azione politica in quanto organizzazione, allora in un momento di attacco come questo dobbiamo difendere gli spazi di agibilità tramite proprio il dissenso e il conflitto, che sono gli unici mezzi che abbiamo per fare avanzare la nostra ipotesi d’alternativa.