Verso il 15 marzo a piazza Barberini contro Unione europea, Nato e riarmo
Presidio alla Commissione europea, giovedì 13 marzo, ore 17:00, via 4 Novembre (Roma)
800 miliardi di euro per riarmare l’Europa, combattere la crisi economica con la produzione e la riconversione bellica e dare un’accelerata alla proiezione e allo sviluppo dell’imperialismo europeo, anche attraverso l’esercito e la difesa comune.
Sono questi i reali obiettivi che spingono l’Unione europea e i governi dei maggiori Stati del continente a individuare nella guerra la soluzione ai danni provocati da 30 anni di neoliberismo, austerità e la subalternità all’ingombrante alleato atlantico, soprattutto nelle Nato.
Come sempre abbiamo ribadito negli anni, nelle “piazze per questa Europa” non può esserci spazio per la cooperazione tra i popoli, lo Stato sociale, la solidarietà internazionale e il rispetto e la salvaguardia dei diritti umani.
Il bombardamento della Jugoslavia, l’invio di armi al regime golpista di Kiev e il sostegno al genocidio di Israele sono alcuni esempi del ruolo destabilizzatore che, oltre la propaganda e il revisionismo, ha svolto l’Ue nel tentativo – ancora non portato a termine – di ritagliarsi uno spazio autonomo nella competizione internazionale.
Le contorsioni emerse intorno all’appuntamento convocato da Repubblica testimoniano la difficoltà, anche per i campioni dell’opportunismo e del trasformismo, di abbellire le bandiere blu dell’Ue con una patina di pacifismo e solidarietà.
Ma la realtà è che l’Ue, nata per approfittare della caduta dell’Unione Sovietica, è un progetto in divenire della borghesia continentale che si scaglia contro i popoli e la giustizia sociale per sfruttare il lavoro, le donne, gli studenti e i migranti per il proprio arricchimento personale.
Per questi motivi, sabato 15 marzo saremo a piazza Barberini per manifestare contro l’Unione europea, la Nato e il riarmo, consapevoli che nessuna opposizione alla guerra e allo sfruttamento potrà essere rappresentato nella parata di piazza del Popolo.
Diamo altresì appuntamento per giovedì 13 alla Commissione europea per affermare tutta la nostra contrarietà all’opzione guerrafondaia imboccata dall’Ue, il cui rafforzamento in questi termini sarebbe un passo in avanti verso quegli Stati Uniti d’Europa descritti da Lenin come progetto imperialista e colonialista.
