Il nuovo ordine geopolitico economico
Luciano Vasapollo – Rete dei Comunisti
La guerra commerciale tra USA e Cina è ormai realtà. Trump dal suo social Truth ha dichiarato la sospensione (in realtà trattasi di una riduzione dei dazi che si attestano al 10%) dei dazi per 90 giorni per un gruppo di paesi (ancora da definire), reputati aperti ai negoziati con l’amministrazione statunitense. Nello stesso tempo, la Casa Bianca ha innalzato le tariffe sui prodotti cinesi al 125%, causando un raddoppiamento dei prezzi per tutte le componenti provenienti dal gigante asiatico, secondo partner commerciale statunitense, e che avranno un diretto impatto sull’economia USA.
La strategia di Trump potrebbe indebolire le relazioni commerciali con altri Paesi e rafforzare la posizione della Cina. La situazione potrebbe degenerare in scenari caotici, anche all’interno degli USA stessi. Se l’America pensa di potersi isolare per salvare se stessa, rischia di far crollare l’intero sistema che ha costruito. Va rilevata la solidità e la determinazione della Cina e la crescente centralità della Cina nello scenario globale, non solo economico ma anche politico. La vera sfida non è solo commerciale ma riguarda l’equilibrio geopolitico del mondo.
La Cina non è stata impreparata di fronte ai dazi imposti dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. Aveva previsto la mossa americana e ha sviluppato un piano B. La Cina è pronta a sostenere una guerra commerciale grazie alla sua capacità di rafforzare i consumi interni e inoltre, continua a coltivare rapporti economici con altri partner.
Nella strada ormai decennale della dedollarizzazione dei mercati da parte della Cina, alcune proposte analizzate dalla Scuola Marxista per la Tricontinental del Pluripolarismo nei suoi studi e testi, ricordiamo come si sia già paventata la possibilità di un sistema di pagamenti per il petrolio attraverso il petro-yuan, termine che si riferisce all’uso della valuta cinese, lo yuan, per le transazioni di petrolio a livello internazionale, un termine nato dalla necessità di ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense nelle transazioni internazionali di petrolio, e la Cina, essendo uno dei maggiori importatori di petrolio al mondo, ha interesse a promuovere l’uso della propria valuta per stabilizzarla e internazionalizzarla. Questo sforzo è stato ulteriormente supportato da accordi commerciali e swap valutari con paesi produttori di petrolio come per esempio l’Arabia Saudita. Intanto la Cina ha già sviluppato alcune infrastrutture per supportare il petroyuan, come il Cross-Border Interbank Payment System e la Shanghai Petroleum and Natural Gas Exchange e ha promosso progetti come mBridge, che utilizza valute digitali delle banche centrali per facilitare i pagamenti internazionali, che potrebbero offrire soluzioni innovative per superare le limitazioni attuali del sistema basato sul dollaro. Pertanto, possiamo facilmente dedurre che l’inserimento del yuan nell’ordine mondiale – attraverso l’uso di questa valuta nei pagamenti internazionali è un processo in corso che ha visto progressi significativi negli ultimi anni grazie alla cooperazione tra i paesi BRICS, superando lo yen giapponese in termini di volume di transazioni internazionali. Questo è in parte dovuto alle sanzioni occidentali contro la Russia, che hanno reso lo yuan una scelta più attraente per le transazioni commerciali e sebbene non sia ancora vicino a rivaleggiare con il dollaro statunitense come valuta internazionale dominante, il suo utilizzo è destinato a crescere.
Ad esempio, quando l’Occidente ha imposto delle sanzioni alla Russia in seguito alla guerra con l’Ucraina, gli ha imposto di non commerciare in dollari USA, euro e altre valute poiché le banche russe sono state bloccate dal sistema di pagamento internazionale SWIFT e anche le loro riserve di valuta estera della banca centrale. Ciò ha costretto la Russia a spostare le sue riserve in valute non controllate dall’Occidente, tra cui il renminbi cinese (RMB). Gli accordi energetici tra Russia e Cina hanno contribuito ad un aumento esponenziale delle transazioni internazionali in yuan: «il numero di transazioni bilaterali che utilizzano la valuta cinese è cresciuto di un terzo a luglio, passando dal 40% dello stesso mese del 2021 al 53%. Nel 2010, l’80% del commercio cinese in uscita era effettuato in dollari, ma tale cifra si è dimezzata da quando sono entrate in vigore le sanzioni occidentali sulla Russia. Nello stesso periodo, il commercio in uscita in yuan è cresciuto da quasi zero a più della metà di tutte le transazioni» (PAOLINI F. (2024), Dedollarizzazione. Ecco come l’Occidente rafforza lo yuan cinese, Quoted Business, ). Pertanto, le sanzioni occidentali derivate dal conflitto russo-ucraino hanno favorito uno sviluppo dell’internazionalizzazione dello yuan e una riduzione dell’espansione del dollaro. La valuta cinese per diventare a tutti gli effetti una delle valute di riserva dominanti avrebbe bisogno di essere completamente convertibile con altre valute globali. Il sistema finanziario proposto dai BRICS non viene solo riformato, ma viene ricostruito dalle fondamenta, senza che le impronte digitali di Washington siano visibili da nessuna parte.
La Banca dei Pagamenti Internazionali (BIS) lo ha detto senza ambiguità: “La Cina sta definendo le regole del gioco nell’era della moneta digitale”.
Il declino del dollaro fa parte di una strategia geopolitica di transizione, accelerata dall’amministrazione Trump. Mentre il sistema SWIFT comporta ancora ritardi di 3-5 giorni nei pagamenti internazionali, il ponte digitale cinese ha ridotto questo tempo a 7 secondi. Nel primo test tra Hong Kong e Abu Dhabi, un’azienda ha trasferito fondi a un fornitore del Medio Oriente senza passare attraverso sei banche intermediarie. Risultato: ricezione in tempo reale e il 98% in meno di commissioni.
Il 17 marzo 2025, mentre molti erano ancora distratti da narrazioni di guerra ed elezioni polarizzate, la Cina ha messo in atto una mossa silenziosa che sta cambiando il sistema finanziario globale: ha attivato la sua rete di pagamenti transfrontalieri con lo yuan digitale con 10 paesi dell’ASEAN, insieme a 6 paesi del Medio Oriente, rappresentano il 38% del commercio mondiale. E d’ora in poi, le loro transazioni internazionali non passeranno più attraverso il sistema SWIFT dominato dal dollaro statunitense, ma entreranno a pieno titolo nel “momento del digitale yuan”.
Questa non è un’evoluzione finanziaria: è una rivoluzione silenziosa che ridefinisce la sovranità monetaria. Quando ha cercato di sanzionare l’Iran attraverso il sistema SWIFT, aveva già costruito un circuito chiuso di pagamenti in yuan nel Sud-est asiatico.
The Economist l’ha battezzata La battaglia avanzata del Sistema Bretton Woods 2.0, e non è un’esagerazione: il codice base dell’economia globale si sta riscrivendo utilizzando la tecnologia blockchain.
Questo progetto è potere geo-economico-politico. Lo yuan digitale consente la totale tracciabilità e l’esecuzione automatica delle norme contro il riciclaggio di denaro. Questo sembra essere infatti l’obiettivo del governo cinese ossia legato ad un pagamento elettronico in valuta digitale (DC/EP), un accordo di pagamento per il renminbi digitale (RMB), chiamato anche e-CNY (o e-yuan). L’e-CNY sarebbe emesso dalla People’s Bank of China (PBC), gestito e scambiato da operatori autorizzati, tra cui banche commerciali, fornitori di servizi di pagamento e altre istituzioni del settore privato.
Nel progetto tra Indonesia e Cina, la Industrial Bank ha completato il primo pagamento transfrontaliero con lo yuan digitale: solo 8 secondi dall’ordine alla ricezione. Questo è 100 volte più efficiente dei metodi tradizionali.
Sei paesi, tra cui Malesia e Singapore, includono già lo yuan nelle loro riserve internazionali. La Thailandia ha completato il suo primo pagamento petrolifero in yuan digitale.
Lo yuan digitale non è solo uno strumento di pagamento è la piattaforma tecnologica della strategia della Nuova Via della Seta, i progetti la Cina li chiama la “Via della Seta Digitale”.
Quando i produttori europei pagano i noli per la rotta artica utilizzando lo yuan digitale, la Cina aumenta del 400% l’efficienza del commercio globale. Questa combinazione di infrastruttura fisica e virtuale è una minaccia sistemica per l’egemonia del dollaro.
Oggi, l’87% dei paesi del mondo ha già completato l’adattamento all’infrastruttura dello yuan digitale. Il volume dei pagamenti transfrontalieri supera già 1,2 miliardi di dollari.
Mentre a Washington si discute ancora se le valute digitali rappresentino un rischio per lo status del dollaro, la Cina ha già costruito una rete di pagamenti digitali che copre 200 paesi.
È iniziata una nuova era. La Cina impone la sua rete di pagamenti globali con lo yuan digitale sfidando SWIFT
Questa rivoluzione finanziaria non riguarda solo i pagamenti o le valute. Si tratta di chi controllerà l’arteria centrale dell’economia globale nel XXI secolo. E, senza fare rumore, ha già preso il controllo del nuovo sistema operativo finanziario del mondo.
Il multicentrismo rifiuta l’idea di un’unità omogenea globale, non rappresenta un blocco monolitico come l’Unione Sovietica, ma una pluralità di paesi con caratteristiche, necessità e politiche diverse, che condividono però un percorso di resistenza all’imperialismo. Il dollaro, un tempo moneta di riserva internazionale, sta perdendo il suo ruolo dominante, con l’ascesa dello yuan cinese e delle cripto-valute. Tuttavia, la crisi del capitalismo non sta rafforzando la posizione dell’euro e i paesi emergenti stanno intraprendendo strade autonome, creando nuovi equilibri politici ed economici.
La Cina, in particolare, sta guidando un modello alternativo basato su un socialismo con caratteristiche cinesi. Nonostante le critiche che la accusano di essersi avvicinata al capitalismo, continua a perseguire politiche che mirano alla riduzione delle disuguaglianze e alla sostenibilità, come la limitazione delle speculazioni immobiliari, la riduzione delle emissioni inquinanti e l’attenzione alla scienza. Con la sua vasta popolazione, rappresenta una forza che potrebbe sostituire l’egemonia statunitense e guidare un nuovo ordine mondiale multipolare.Nello scenario di questa nuova era, di una reale e concreta guerra commerciale tra il blocco euroatlantico ed euroasiatico, la ristrutturazione di un nuovo ordine monetario e valutario multicentrico prende forma lontano dai domini e capricci dell’amministrazione statunitense, per permettere una equità e stabilità diffusa nel sistema dei pagamenti internazionali, obiettivo storico dei paesi BRICS e dei nuovi alleati internazionali per sottrarsi alle ingerenze imperialiste occidentali, in cui l’imposizione dei dazi ne è stata diretta dimostrazione.
CREDITS
Immagine in evidenza: The Mount Washington Hotel a Bretton Woods, in cui vennero firmati gli accordi del 1944
Autore: Unknown photographer, 1910
Licenza: public domain
Immagine originale ridimensionata e ritagliata