di Marco Santopadre
E’ morta ieri, all’età di 103 anni, Neus Català, l’ultima
sopravvissuta catalana ai campi di concentramento e da sempre lottatrice
antifascista in prima fila.
Nata il 6 ottobre del 1915, subito dopo il colpo di stato dei generali fascisti guidati da Francisco Franco, nel 1936, fonda nel suo paese di origine la Gioventù Unificata Socialista di Catalogna e poi si trasferisce a Barcellona.
Nel 1939, mentre Barcellona sta cadendo, passa la frontiera con la Francia portando in salvo 180 bambini orfani di guerra. In Francia, negli anni successivi, si integra nella locale resistenza contro l’invasione nazista e il governo collaborazionista di Vichy insieme al marito, l’occitano Albert Roger.
Viene denunciata e arrestata dai tedeschi e nel 1944 viene deportata nel campo di concentramento femminile di Ravensbrück. Dopo due mesi di prigionia viene trasferita al Kommando d’Holleischen (nell’allora Cecoslovacchia), che dipendeva dal campo di concentramento di Flossenbürg, per lavorare in una piccola industria bellica al servizio dei nazisti. Insieme alle altre donne mette in atto un sabotaggio della produzione di armi che renderà inutilizzabili per i tedeschi milioni di munizioni.
Neus Català recupera la libertà il 6 maggio del 1945, all’arrivo delle truppe dell’Armata Rossa.
Dopo la guerra, grazie all’acquisita cittadinanza francese, collabora come contatto tra i membri del Partito Socialista Unificato Catalano (PSUC) esuli in Francia e gli ambienti della resistenza comunista e antifascista attivi in Catalogna.
Nel 1962 fonda clandestinamente, insieme ad altri ex internati, l’associazione Amical Mauthausen, cominciando un lavoro di difesa della memoria storica e di celebrazione di tutti coloro che hanno perso la vita nei campi di concentramento e sterminio.
Dalla fine degli anni ’60 si dedica al recupero della memoria storica sulle donne della resistenza e su quelle deportate, raccogliendo e pubblicando informazioni che comporranno un primo memoriale sulle donne spagnole e catalane che durante la Seconda Guerra Mondiale hanno partecipato alla Resistenza in Francia.
Nel 1984, dopo la fine del franchismo, pubblica il libro “Sulla resistenza e la deportazione: 50 testimonianze di donne”.
Solo negli ultimi anni aveva ricevuto i meritati riconoscimenti: nel 2005 Neus Català riceve la Croce di Sant Jordi, nel 2014 la Medaglia d’Oro al Merito Civile del Comune di Barcellona e nel 2015 la Medaglia d’Oro della Generalitat de Catalunya. Altri riconoscimenti le vengono concessi in Francia. Nel 2015 fu dichiarata “Catalana dell’anno” in considerazione del suo ruolo nella resistenza contro il fascismo e la sua difesa dei diritti umani, civili e politici delle donne e il suo lavoro di conservazione e recupero della memoria storica.
L’ultimo suo gesto di lotta e resistenza risale al Primo Ottobre del 2017, quando, da comunista, si recò a votare per il referendum sull’autodeterminazione della Catalogna in una giornata contraddistinta da una indiscriminata repressione della polizia e dell’esercito spagnolo nei confronti di milioni di elettori ed elettrici.