L’Unione europea si trova a un bivio. Sarà parte della soluzione alla crisi climatica o del problema? Rimarrà attaccata a politiche fallimentari orientate esclusivamente alla logica di mercato o sceglierà una direzione differente? L’estrema destra utilizzerà l’UE per diffondere l’intolleranza? Oppure saremo in grado di trasformare la cooperazione europea in una cooperazione basata sulla solidarietà? Una cosa è certa: per affrontare le sfide che ci attendono, dobbiamo uscire dagli attuali Trattati europei.
Dai socialdemocratici ai conservatori, l’élite politica dell’Unione Europea ha accettato di attuare politiche economiche che aumentano le disuguaglianze, salvare le banche e tagliare prima di tutto i bilanci per le politiche sociali. Le grandi imprese e i lobbisti sono i protagonisti dell’agenda politica europea, quando i diritti dei lavoratori e le questioni ambientali vengono a malapena affrontate. I socialdemocratici europei e la destra europea si sono fusi per mettere al timone una élite che considera le privatizzazioni e sempre più mercato come la soluzione a tutti i mali.
Nel frattempo, la gente comune soffre di insicurezza e precarietà economica. Mentre l’oligarchia sorseggia champagne negli alberghi di Bruxelles, le disuguaglianze economiche in Europa si stanno aggravando. Non sorprende quindi che le persone stiano perdendo fiducia nel sistema. E che alcuni guardano all’estrema destra per avere delle risposte.
Le elezioni europee del 2019 potrebbero essere un successo per i partiti di estrema destra. Eppure questi sono partiti che collegano il razzismo con la misoginia e gli attacchi alla comunità LGBTQ. Partiti che attaccano il diritto del lavoro introducendo una settimana lavorativa di 60 ore, come in Austria, e vogliono limitare la libertà di stampa. Affermano di difendere la libertà di espressione, ma in realtà ne costituiscono la più grande minaccia.
I fascisti si organizzano e cercano di impadronirsi del potere nell’Unione Europea. Siamo noi che li combattiamo più risolutamente per evitare che ciò accada. Dicono di essere coloro che sfidano le élite e le politiche liberali dell’Unione Europea, ma in realtà sono l’assicurazione sulla vita del sistema. I liberisti e l’estrema destra sono due facce della stessa medaglia. Dove diffondono odio e razzismo, seminiamo solidarietà e sosteniamo coloro che soffrono per gli effetti delle loro politiche.
I nostri movimenti sono la vera alternativa in queste elezioni, e stiamo diventando sempre più grandi. Vogliamo che emergano politiche globali per salvare il clima. Vogliamo porre fine alle devastanti politiche ordo-liberiste e costruire sistemi sociali più solidi. L’esito delle elezioni europee di maggio potrebbe essere un momento decisivo per l’Unione Europea e il nostro messaggio è chiaro. Siamo disposti a fare qualcosa che l’élite europea non può e non vuole fare: proporre soluzioni concrete ai problemi delle politiche liberiste contro i popoli.
Non è un segreto che la crisi climatica è davanti a noi. E la politica climatica che l’Europa attuerà nei prossimi anni avrà un impatto globale. Sono i nostri movimenti a guidare le politiche climatiche più coerenti, perché sarà impossibile superare l’impasse climatica in cui ci troviamo senza infrangere gli attuali Trattati europei.
Non ci accontentiamo di cambiare soltanto la nostra politica di investimento. Vogliamo porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili e rompere i legami con i potenti interessi economici che generano enormi profitti distruggendo il pianeta. Per noi, la questione del clima è legata sia all’uguaglianza che alla democrazia. Proponiamo di migliorare il trasporto ferroviario, l’eliminazione dei combustibili fossili e il potenziamento degli investimenti ecologici. Ma vogliamo andare ancora oltre.
La minaccia climatica si differenzia da altre questioni politiche in quanto il tempo a disposizione si sta esaurendo. Non abbiamo il lusso di aspettare. Ogni anno che passa, ulteriori emissioni di CO2 si accumulano nell’atmosfera e incideranno sul nostro pianeta per secoli, anche millenni. Ogni anno che passa senza azione limita le nostre possibilità. Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), i prossimi dieci anni sono cruciali per l’umanità. Il Parlamento europeo viene eletto per un mandato quinquennale, il che significa che i politici eletti a maggio guideranno l’Unione Europea per metà di questi dieci anni e avranno un ruolo determinante al riguardo.
L’ascesa dell’estrema destra e la crisi climatica sono entrambe collegate in quanto sono nate dall’economia e dall’élite a favore del mercato. La minaccia della disoccupazione diffonde l’angoscia economica e le disuguaglianze stanno lacerando le nostre società. Coloro che credono che le persone accetteranno discretamente la crescente ingiustizia sociale si sbagliano.
La logica del capitalismo è il carburante che alimenta il continuo aumento delle emissioni di CO2. L’oligarchia lascia fare alle forze di mercato quando sappiamo che il mercato non può risolvere la crisi climatica. Mettono i loro profitti prima del pianeta, anche se il nostro pianeta sta morendo.
Dobbiamo chiederci tutti: a cosa servono i politici che pensano dell’umanità solo dal punto di vista degli individui e rifiutano di vedere la nostra fondamentale interdipendenza? Che senso hanno i partiti politici che non vogliono attaccare le multinazionali, che sono tra i maggiori inquinatori del pianeta? Per salvare il clima, abbiamo bisogno di politiche pronte ad affrontare le grandi imprese e i lobbisti. Abbiamo bisogno di politici che credono che il cambiamento sia possibile e che comprendono che insieme possiamo fare la differenza.
L’Europa ha anche bisogno di una forma di cooperazione migliore e più democratica. Occorre restituire più potere agli Stati e ai popoli, e gli interessi delle grandi imprese devono essere sconfitti. Vogliamo riprenderci il potere dai burocrati e dai lobbisti europei. Ecco perché la cooperazione tra i nostri movimenti è importante in questa campagna elettorale. Faremo appello agli elettori insieme e parleremo della nostra alternativa.
Vogliamo utilizzare la nostra posizione critica nei confronti dell’UE per creare una cooperazione europea più democratica, equa e sostenibile. Invece che rassegnazione, vogliamo infondere speranza e determinazione. Quando un governo propone una riforma progressista e umanistica invece di seguire gli ordini dell’UE, noi la sosteniamo. Quando gli Stati membri rifiutano di accettare privatizzazioni di massa, noi li sosteniamo. Quando l’Unione Europea sceglie di aumentare le spese militari, proponiamo di spendere questi fondi per invertire il cambiamento climatico. Questo è il nostro messaggio agli elettori in queste elezioni.
Non possiamo immaginare che ci sia qualcosa di più importante del salvare il clima e invertire l’epidemia di autoritarismo e razzismo. Non commettete errori, voi avete in mano la chiave del cambiamento in Europa.
* Comunicato congiunto di: Jonas Sjöstedt, deputato e presidente del Vansterpartiet (Svezia); Manon Aubry, capolista alle elezioni europee per La France Insoumise; Miguel Urban, deputato europeo, Podemos (Spagna); Marisa Matias, deputata europea, Bloco de Esquerda (Portogallo); Nikolaj Villumsen, deputato, capolista alle elezioni europee, Enhedlisten (Danimarca).
* Traduzione a cura di Andrea Mencarelli (Potere al Popolo): https://lafranceinsoumise.fr/2019/04/16/le-vrai-changement-en-europe-viendra-du-peuple