L’intervento a gamba tesa sul governo Conte fatto dal cecchino Renzi e la veloce nascita del governo Draghi sono chiaramente il prodotto del processo di riorganizzazione in atto nell’Unione Europea sul piano della competizione internazionale che richiede sul piano politico e istituzionale un forte restringimento degli spazi democratici e un’ulteriore violazione della costituzione italiana.
Il nuovo presidente del consiglio, anche se con fare accorto, già sta prospettando politiche selettive che taglieranno fuori dallo sviluppo una ulteriore parte del paese per dare spazio alle imprese che hanno una “vocazione” europea e che peggioreranno nel tempo, superata la fase della pandemia, le condizioni di ampie fasce di popolazione.
Ristrutturazione produttiva, marginalizzazione delle imprese minori e dei settori economici obsoleti, politiche assistenziali inadeguate ma finalizzate al contenimento di una risposta politica dei settori coinvolti dalla crisi sono le misure che emergeranno nella futura azione del governo Draghi come si è evidenziato oggi nel discorso per richiedere la fiducia al Senato.
A questa prospettiva si sono accucciate tutte le forze politiche fino alla Lega salviniana ed al movimento 5 stelle che fino a ieri si rappresentavano come forze diverse, nuove, da quelle dei vecchi partiti ed a cui hanno creduto ampi settori della popolazione. Oggi sono tutti assieme dentro un governo che non esiterà a fare scelte autoritarie in linea con i dettami della competizione mondiale.
Di fronte al nascere del “monolite” istituzionale, probabilmente con i piedi d’argilla, a cui stiamo assistendo si rende necessario avviare un confronto unitario e altrettante iniziative tra le forze di classe e democratiche, della sinistra antagonista ed i comunisti che, per quanto complicate, sono oggi necessarie per costruire una risposta conflittuale e coprire uno spazio politico che non troverà risposte nelle forze già esistenti.
Si tratta di aprire un confronto che sappia attraversare la fase politica e sociale che si sta aprendo con la nascita del nuovo governo e per questo la RdC sarà presente e proporrà tutte le mobilitazioni necessarie ad organizzare una risposta di lotta a cominciare dalle mobilitazioni di giovedì 18 febbraio che si terranno a Roma, Bologna e Milano.
17 febbraio 2021