Rete dei Comunisti
Giovedì 11 marzo 2020 l’OMS dichiarava la pandemia mondiale.
Ad un anno di distanza la situazione sanitaria, sociale e politica nei paesi a capitalismo maturo è notevolmente peggiorata.
La “terza ondata” trova completamente impreparati gli ospedali, di nuovo in carenza di posti letto, terapie intensive, medici, infermieri, tecnici e mezzi.
Le “varianti” del virus, sviluppatesi a causa del prolungarsi della condizione pandemica, stanno facendo strage anche tra chi si è già vaccinato.
Sulla situazione sociale parlano i numeri snocciolati recentemente dall’ISTAT. A far compagnia ai poveri “storici” si aggiungono settori sociali che prima della pandemia erano considerati stabili e garantiti. Milioni di nuovi indigenti, senza alcuna prospettiva.
Il fallimento totale della intera classe politica italiana ha portato al commissariamento del paese da parte di un emissario dell’Unione Europea, che sta pianificando un ulteriore attacco alle classi sociali subalterne, a favore dei cosiddetti “campioni europei”, cioè il sistema industriale, dei servizi avanzati, della logistica e di tutti i settori economici nazionali in grado di mettersi in sintonia con i paesi guida, a partire dalla Germania, per reggere la sfida della competizione internazionale.
Il posizionamento “euroatlantico” di Mario Draghi esprime in pieno i limiti e le potenzialità del polo imperialista europeo in costruzione, stretto tra un rapporto con l’alleato / competitore d’oltre oceano e il bisogno impellente di costruire una propria fisionomia politico/militare, in grado di proteggere le multinazionali europee e le loro proiezioni verso i mercati internazionali, in un contesto nel quale i “competitor” principali stanno dimostrando una resilienza inaspettata alla pandemia, a partire dalla Cina, che ha superato la crisi da corona virus, rilanciando l’economia a ritmi inimmaginabili per un’occidente in piena crisi sistemica.
In questa situazione l’intera popolazione mondiale è sottoposta al ricatto delle multinazionali del farmaco che, dopo aver vampirizzato la ricerca pubblica e ricevuto centinaia di miliardi a fondo perduto dagli Stati, con i brevetti impongono l’esclusiva sui vaccini, centellinando le vendite in base alla regola del “miglior offerente”, protetti strenuamente in questa pratica criminale dai burocrati di Bruxelles.
Mai come adesso le storture del capitalismo si mostrano per quelle che sono, senza neppure la legittimazione derivante da una divisione dei profitti a garanzia di fasce sociali senzienti. Le bronzee leggi del mercato stanno sacrificando, a causa di una crisi ad oggi senza sbocchi, quei margini economici che sino ad ora hanno permesso di sorreggere ideologicamente tutto il sistema, e ciò avviene in un contesto nel quale una alternativa di sistema si incarna concretamente nel Socialismo possibile, rappresentato da paesi come Cuba, il Venezuela, il Vietnam, il Kerala, la Cina, i quali stanno dimostrando platealmente che il problema non è la pandemia, ma la sua gestione.
La situazione oggettiva apre di nuovo la strada a ipotesi di alternativa radicale al capitalismo, verso un Socialismo del XXI secolo che dovrà trovare le sue declinazioni continentali e nazionali, evitando accuratamente di proporre modelli inservibili alle nostre latitudini.
La soggettività comunista presente nel nostro paese è, invece, largamente insufficiente per affrontare questa sfida epocale. Si tratta di costruirla, nel vivo del conflitto di classe che si sta delineando.
La giornata dell’11 marzo ’21, chiamata da un largo fronte di forze di sinistra radicale, comuniste e rivoluzionarie europee, è un passaggio importante di questo percorso, che permetterà ai comunisti di entrare in dialettica concreta con settori sociali interessati al cambiamento.
Una occasione da non perdere.