Il 28 febbraio uscivano sui quotidiani i risultati degli incontri tra l’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri allo sviluppo economico, all’economia e ai trasporti sul tema del salvataggio dell’Alitalia e dei servizi a terra (handling). Al centro delle riunioni i diktat dell’Unione Europea, nella figura di Margrethe Vestager, vicepresidente della commissione europea alla concorrenza, che (testuale) “pretende, prima di garantire il via libera alle operazioni del governo italiano per il salvataggio di Alitalia, solo soluzioni di mercato”. La commissaria ha parlato molto chiaro: Nessun camuffamento di aiuti di Stato per salvare la compagnia, altrimenti i 55 milioni di ristori per il settore sarebbero stati bloccati dalla Commissione Europea.
Le soluzioni proposte da Draghi e i suoi Ministri per ubbidire ai diktat dell’Unione Europea si sono mantenute nel solco del più truce liberismo: ogni operazione dovrà vedere l’esclusività del privato, anche attraverso la vendita diretta o affitto dei servizi a terra. I bandi di gara possono attendere: “La vendita degli asset deve essere fatta in termini di mercato”.
In seguito a queste indicazioni governative i finanziamenti UE si sono sbloccati, tra cui i 10 milioni stornati dalla regione Toscana a Toscana Aeroporti, che in un batter d’occhio ha comunicato la vendita del settore handling. Gli osservatori economici avevano giudicato il dossier Alitalia come “primo banco di prova” del governo Draghi su un tema economico di prima grandezza. Alla luce di quello che sta avvenendo in Toscana ci sembra che la prova sia stata superata egregiamente, a favore degli imprenditori ai quali, negli anni passati, gli amministratori locali svendettero gli scali aeroportuali di Pisa e Firenze.
La velocità con la quale l’attuale esecutivo sta prendendo queste decisioni, grazie anche al perdurare della pandemia, spiega meglio di ogni parola il senso profondo del commissariamento dell’Italia da parte dell’Unione Europea.
Un paese come l’Italia, “to big to fail” (troppo grande per fallire) non poteva essere lasciato nelle mani di una classe politica impresentabile. Mario Draghi è l’uomo perfetto per questa operazione di etero direzione. L’Unione Europea governa direttamente l’economia del paese, determinando la nostra vita e la nostra morte, come dimostra la strenua difesa delle case farmaceutiche, che centellinano i vaccini in base a meri calcoli economici.
La vertenza dei lavoratori aeroportuali e dell’indotto è un primo passo per bloccare il tentativo di vendita di TAH. Il secondo dovrà essere quello di individuare i nemici principali, insediati a Bruxelles e ben rappresentati dal governo Draghi e dagli amministratori regionali e locali.
L’unica strada per avere garantito un lavoro ed un futuro sereni passa attraverso una lotta risoluta contro le logiche mercantiliste e privatiste imposte dall’Unione Europea, in ogni settore dell’economia e dei servizi. Logiche che si stanno dimostrando fallimentari, rendendo grama la vita di milioni di lavoratori, giovani, donne, pensionati, migranti e richiedenti asilo.
È ora di rompere la gabbia dell’Unione Europea, mandando a casa i suoi commissari locali, a partire da Mario Draghi e dagli amministratori locali, al servizio delle multinazionali, non dei lavoratori.
Rete dei Comunisti – Toscana