[Massimiliano Piccolo in Contropiano Anno 21 n° 2 – dicembre 2012] Se esiste un canone, un paradigma, in base al quale si può comprendere il motivo che ha reso grandi alcuni personaggi, leggere gli scritti di Hobsbawm ci aiuta a possederlo. Davanti ai cumuli di parole confusamente (e ideologicamente per chi pensa alla realtà come a un eterno presente immodificabile) usate contro il progresso – o meglio- contro l’oggettività di un processo in cui alcune tappe della storia dell’umanità hanno rappresentato delle vette (piacerebbe chiamarle punti di non ritorno), Hobsbawm appare, invece, il compagno fedele e serio, rigoroso e mai dogmatico della ricerca di punti nuovi e d’avanzamento.